Regia di Leonardo Celi vedi scheda film
E' un gran bel documentario, fatto in modo molto diverso dal moderno stile del documentario televisivo di oggi, che presenta montaggio frenetico, inutili effetti ottici, inutili musiche rutilanti, e uno stile sensazionalistico che è solo antipatico. Questo, invece, si vuole andare a fondo dei fatti rappresentati, con calma e serietà, lasciando parlare le immagini più che la voce narrante (in pratica si tratta solo di alcuni brani di intervista). L'opera è fatta con un montaggio di immagini girate apposta in Romania dopo la rivoluzione, da stralci presi dalla TV rumena, e da vere immagini delle strade di Bucarest, girate in modo fortunoso con una videocamera a mano. Detto per inciso, prima dell'89 era vietato in Romania possederne una, o anche solo una macchina da scrivere... Purtroppo le immagini hanno la qualità di una videocassetta un po' malandata. L'inizio tra i contadini e la loro quieta vita nella natura è molto bello e quasi lirico. La parte centrale, che riporta gli avvenimenti, è molto coinvolgente e impressionante, poiché la videocamera riprende spesso vere scene di tumulto nelle piazze e nelle strade di Bucarest, sparatorie, veri morti, tafferugli e pestaggi, cortei.... La parte finale, con il post-rivoluzione, è forse un po' spenta. In ogni caso, il documentario è una preziosa testimonianza di quei terribili avvenimenti, utile a comprenderne il senso oggi.
Il sanguinario tiranno Caeusescu, che si faceva chiamare benefattore del popolo, viene mostrato durante l'ultimo discorso, interrotto dai primi moti di piazza, e durante il "processo" che lo condannò a morte. Fino all'ultimo conservò un atteggiamento strafottente e di superiorità, e non si pentì affatto.
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