Regia di Giorgio Simonelli vedi scheda film
Mara, per respingere le insidie di uno spasimante troppo insistente, paga Giovanni perché si finga suo marito per la durata di un mese, cioè tutto aprile. Giovanni, che ha bisogno di soldi, esegue il suo compito da vero gentleman. Ma alla fine del mese i due scoprono di voler continuare la relazione, rendendola vera.
Giorgio Simonelli era alle prime armi, nel 1941 in cui girava questo Un marito per il mese di aprile, ma già aveva chiare in testa le idee: il suo cinema, leggero e popolare, ma mai insulso, già si evince da questa pellicola certo esile nei contenuti, ma a ogni modo girata con grazia e decoro. Di certo lo aiutano nella confezione dell’opera collaboratori tecnici di buona esperienza come Domenico Scala – fotografia – e Alfredo Montori – scenografie – mentre del montaggio di occupa lo stesso Simonelli; e altrettanto sicure sono le buone prestazioni degli interpreti chiamati a recitare nei ruoli centrali, vale a dire Carlo Romano, Vanna Vanni, Romolo Costa, Pina Renzi, Guglielmo Sinaz, Vera Carmi e Fausto Guerzoni. C’è insomma parecchio mestiere dietro a questo film, che per il resto offre ben poche attrattive e sfocia nel più inevitabile e scioccherello dei lieto fine; la sceneggiatura di Mario Massa è in effetti un pasticcio di situazioni abbastanza prevedibili basato su una sola idea interessante, quella del ‘marito in affitto’, che per i tempi probabilmente poteva anche avere discreto appeal, ma che oggi risulta senza dubbio datata e poco avvincente. In quello stesso anno il regista girava altre due pellicole, dato che aiuta a comprendere meglio le capacità sia di Simonelli che del cinema italiano coevo, nonostante fossimo in pieno secondo conflitto mondiale. 3,5/10.
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