Regia di Kit Ryan vedi scheda film
E’ un film horror grottesco e paradossale, tutt’altro che stupido, una sorta di parodia se non fosse che è anche sanguinario e violento nel suo realismo. L’umorismo che si coglie non è puro divertissement ma provocazione cinica ed intelligente. Non è per famiglie.
E’ un film horror grottesco e paradossale, tutt’altro che stupido, una sorta di parodia se non fosse che è anche sanguinario e violento nel suo realismo. L’umorismo che si coglie non è divertissement ma è intrinseco ai personaggi caricaturati con ironia e sarcasmo e nella trama che seppur strampalata e provocatoria, non lo è poi molto più di tanti altri film horror ben più quotati. E’ impressionante la capacità dell’autore di trattenere il pubblico con pochi elementi di ambientazione, una specie di labirinto di corridoi di uno stesso piano, facendo inseguire e nascondere i pochi attori da una stanza all’altra, caratterizzandoli a sufficienza per poterli identificare singolarmente prevedendone la sorte. Occorre in proposito riconoscere al regista una certa maestria, padronanza della materia che tratta. Tutto è giocato sul tratteggio dei personaggi e sulle invenzioni tragicomiche che concorreranno ad assottigliare il numero dei superstiti. Personaggi nienteaffatto superficiali: gli ostaggi, i ladri malcapitati, e gli immancabili psicopatici (inizialmente sembrerebbe uno solo, il secondo lo si scopre a trama inoltrata, ma gli spettatori attenti lo capiranno prima), ognuno con caratteristiche proprie che influeranno sulle loro esigue probabilità di sopravvivenza. Lo splatter è mediato da una discreta capacità del regista di farlo percepire in modo parodistico, quindi non truce e volgare ma provocatorio. Pur non amando il genere, non ho avuto difficoltà a vederlo fino alla fine, il che di per sé costituirebbe già un valore aggiunto che devo riconoscere all’autore. Voto finale 5,5
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