Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Un pigro disoccupato sembra darsi una scrollata, e ce la mette tutta per trovare lavoro.
E' un'opera imperfetta, ma complessivamente promossa.
Il suoo merito principale mi pare essere la sceneggiatura (che infatti è soprattutto di Pasolini), perché architetta una trama articolata, offre buoni dialoghi e definisce bene in personaggi, anche quelli secondari. A volte, con intelligenza, si serve di una comparsa e di una sua frase per spiegare molte altre cose; ad esempio si vede la mamma del protagonista che sveglia il dormiglione con compassione e rispetto, e gli dà due sigarette, che probabilmente si è procurata a fatica. Qui capiamo che il ragazzo è un cocco di mamma, che lei non disapprova per niente la sua pigrizia, che lo asseconda, e che forse giustifica anche la sua leggerezza e il suo egoismo nei rapporti con le donne.
La regia di Bolognini mi sembra abbastanza buona, ma tutta la prima parte del film soffre di una certa lentezza. Infatti, visti anche certi altri suoi film, come il pur migliore “La notte brava”, mi pare che la mancanza di ritmo sia un difetto del regista che ogni tanto affiora. Oltre a ciò, non mi è piaciuta per niente la colonna sonora di Piero Piccioni a base di sassofono jazz, con motivi pigri e strascicati, i quali sono la medicina sbagliata per questa debolezza del regista: anziché curarla, infatti, l'accentua. Detto ciò, la trama incalzante ha presto la meglio sull'accidia iniziale, ed essa quasi viene incontro al bisogno del regista di essere un po' spinto alle spalle per tener vivo il ritmo. Nulla da dire, poi, sulla direzione dei bravi attori, che danno vita a personaggi concreti, che a volte colpiscono. Da segnalare, come sempre, il grande Paolo Stoppa in un ruolo minore, ma non per questo inosservato. E' un ruolo naturalmente ambiguo o addirittura negativo, perché la mimica facciale e gli sguardi dell'attore lo rendevano perfetto per queste parti; e anzi, se qualcuno lo ricorda in un personaggio positivo alzi la mano e dica dove. Si fanno ricordare anche le due donne.
Il lieto fine, per ultimo, è secondo me è un falso lieto fine, perché ormai ben sappiamo che tipo di persona sia il protagonista (incostante, pigro, donnaiolo, ladro....). E' lecito quindi supporre che la ragazza costruisca con lui la casa sulla sabbia, anziché sulla roccia.
Anche la girandola di situazioni e di ambienti che vediamo susseguirsi sono efficaci ed interessanti.
In fin dei conti, tutti questi pregi compensano molto i difetti di cui sopra. Credo che se Bolognini avesse avuto un pizzico di umiltà in più, e avrebbe quindi evitato certi vezzi autoriali che gli sfuggono di mano (il piano sequenza iniziale), avrebbe tenuto saldamente in mano le briglie del film e lo avrebbe fatto galoppare nel modo giusto fin da subito.
PS: nell'episodio del camion bruciato vi è una cantonata nel montaggio, uno stacco proprio da sprovveduti. Secondo me è un qualche taglio operato da altri e non dichiarato.
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