Regia di Marco Filiberti vedi scheda film
Due coppie di amici (Massimo Poggio e Maria de Medeiros, Alessandro Gassman e Michela Cescon) affittano una casa sulla spiaggia dove passare le vacanze. L’arrivo del figlio di Gassman e Cescon, il bellissimo Thyago Alves, scardina gli equilibri affettivi di ognuno. In particolare il personaggio interpretato da Poggio, stimato psicanalista, viene travolto da irrefrenabile passione per il ragazzo, con le tragiche conseguenze del caso. Non c’entra Harold Pinter in questo Il compleanno di Marco Filiberti. Luchino Visconti invece sì, per lo spirito fiammeggiante della messa in scena lirica (esplicitamente... wagneriana), anche se i contenuti melodrammatici vogliono essere un omaggio al grande Douglas Sirk, regista di Come le foglie al vento, al quale il film si riferisce più volte. Profondo conoscitore del genere, Filiberti racconta dell’ineluttabilità del destino («ci sono cose dalle quali non si può tornare indietro») tipica del mélo, senza risparmiarsi e risparmiarci nulla. Troppi personaggi ai margini (lo zio Leonard dal passato misterioso, la complessata paziente Piera Degli Esposti), con il rischio che qualcosa si perda per strada e qualche situazione tracimi nell’enfatico. Tuttavia, il regista è bravissimo a dirigere gli attori in un “teorema” che chiama anche lo spettatore a denudarsi di pregiudizi e resistenze, di fronte al fiume in piena della passione. Come ogni mélo che si rispetti, Il compleanno porta alle estreme conseguenze non solo i sentimenti ma anche i desideri più inconsci, repressi, rimossi. Nel momento in cui deflagrano sullo schermo, funzionano come termini di una maieutica emozionale fino a costringere chi guarda a immedesimarsi con qualcuno dei “corpi al sole” travolti dall’insolito destino. In questo il film è coraggioso come raramente il/nel cinema italiano. Generoso tutto il cast, ma spicca Massimo Poggio in un ruolo difficilissimo.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta