Regia di Marco Filiberti vedi scheda film
Un cinema che ci porta lontano dal nostro e che è un rimando a quello europeo, già dimostrato con il suo debutto di sette anni prima; un tipo di regia e racconto che si rifà moltissimo a Visconti e Pasolini, ma certamente tiene conto della scuola, con sfumature personali, di Fassbinder, ed è un cinema che nel tipo di melò si avvicina alla recente Susanne Bier, non a caso il regista nelle sue note parla di Douglas Sirk. Dopo la prima fase fulminante e programmatica delle scene in teatro di Tristano e Isotta di Wagner, con il cantato che poi si riproporrà in forma strumentale e piena di pathos nelle scene culminanti del prefinale, ci si affida ad un storia a quattro, che ci porterà lentamente nei problemi di coppia, che lentamente si fanno sentire, sia culturali che reali. Un passaggio graduato e naturale, che andando oltre, avrà un risvolto inatteso,anche se, come ho detto prima, qualcosa di forte lo si avverte fin dalle scene iniziali. La contestazione del mixaggio di musica stridente fra Wagner e canzone pop anni 60/70, non la si può spiegare a chi cerca di non capirla, la si subisce soltanto.. allora, se la testa non gira!!
Filiberti si avvale di una direzione di fotografia efficace e coerente con la storia, firmata da Roberta Allegri, che alle volte abbaglia lo sguardo, e di conseguenza ci porta direttamente nel pathos del racconto. Il film , si può dire, che non è stato quasi distributivo, malgrado la presenza nel cast di qualche nome non male, questa è la nostra situazione distributiva, magari si pescano film, anche buoni, dall'estero, appunto Susanne Bier , e si tralasciano i nostri che vanno diretti sullo stesso binario; cinema gay a parte, che a me non piace definirlo così, si tratta di cinema e basta, e allora Ozpetek cosa sta facendo??!
Una storia a spirale fino ad un finale che ci porta in pieno vortice
Seconda regia, e siamo davvero in un cinema che potrbbe prendere il pubblico, se magari venisse distribuito
Nel ruolo del padre e alle volte c'è traccia anche del padre Vittorio. Per me non ha avuto il coraggio di accettare il ruolo principale.. ho dei dubbi in merito. Comuqnue una discreta prova di attore
Finalmente in un personaggio palpabile, grande interpretazione con un finale da brivido
Un volto già visto, ma qui dà una prova di attore davvero eccellente e promettente, speriamo di rivederlo, avrebbe tutti i numeri per crescere bene al cinema.
Bravissima nel ruolo di moglie e madre, di un sensibilità ,a anche accennata, ma colta benissimo da noi spettatori: Comunque un'attrice che consociamo già bene e che merità una buona dose di interesse
Il ruolo dello zio, avvolto nel suo dramam interiore ed etico, un bel personaggio
La paziente: distesa nel lettino ci fa emozionare e partecipare in un personaggio che sembra al di fuori della storia
Fisico giusto, volto, forse un po' meno
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