Regia di Marco Filiberti vedi scheda film
L'enfasi incontrollata talvolta può rovinare opere anche di pregevole fattura. E' un po' quello che accade in questo "Il compleanno", nonostante la presenza di finezze registiche da parte di Marco Filiberti e di un cast per molti versi efficiente e ben assortito. Il film è un mélo che guarda a fonti disparate come Wagner, citato nella sequenza iniziale, Luchino Visconti che è stato il regista più wagneriano del cinema italiano, forse anche un pizzico di Fassbinder. Filiberti vuole parlare della passione che sconvolge l'ordine e le certezze rassicuranti di due famiglie piccolo-borghesi, ma la sceneggiatura tende ad essere un po' dispersiva, inserisce a tratti delle false piste che si rivelano inutili, come la storia della fidanzata di Leonard che narrativamente rimane incompiuta. Lo sviluppo della vicenda principale, invece, risulta piuttosto prevedibile, con alcune sequenze che seppur narrativamente giustificate spingono troppo il pedale dell'esagerazione (mi riferisco in particolare alla masturbazione di Thiago Alves con il sottofondo di "Maledetta primavera" di Loretta Goggi). Insomma una pellicola interessante, anche coraggiosa nel suo trattare temi tutt'altro che banali, ma che necessitava di un maggiore controllo nella scrittura (le scene con Piera Degli Esposti in terapia sembrano un aggiornamento non esaltante di quelle analoghe de "La stanza del figlio" di Nanni Moretti). Nel cast Maria De Medeiros conferma di essere un'attrice di infallibile talento drammatico anche in un contesto non proprio eccezionale come questo, bene affiancata soprattutto da un'ottima Michela Cescon. Sul versante maschile, invece, Alessandro Gassman recita sempre lo stesso ruolo di una vita, senza apportare grosse novità, mentre si può apprezzare il coraggio del divo televisivo Massimo Poggio di provare un ruolo molto più difficile e rischioso dei precedenti, risolto con buona intensità espressiva ed una mimica fortemente interiorizzata nell'esprimere un dolore esistenziale che sconvolge il personaggio e lo porta a soluzioni drastiche. Ininfluente invece Thiago Alves. E' stato un fiasco clamoroso in sala ed è un film anche piuttosto difficile da reperire, e sinceramente dispiace doverne parlare senza entusiasmo, ma queste sono le sensazioni che mi ha trasmesso.
voto 6/10
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