Regia di Luc Besson vedi scheda film
Doveva fermarsi al decimo film Luc Besson. E alzi la mano chi non ha pensato che poteva disattendere la promessa, ma per difetto. Poi, oltre a produrre succosissimo trash con la coraggiosa Europacorp, ha trovato un’altra strada. Quella del fantasy tra Minimei e, ora, faraoni. Altro che bruttino, sporco e cattivo, il ragazzaccio di Léon e Nikita ora è un cantastorie. E pure bravo: Adèle Blanc-Sec (Louise Bourgoin, la sua ennesima splendida protagonista) è scombinata e bizzarra, ma alla fine ti conquista. Quella scrittrice archeologa che vuole salvare la sorella dalle conseguenze del più assurdo incidente sportivo mai avvenuto, è tutta sbagliata: mischia una parlata antica a espressioni moderne, è vittima e carnefice dell’irriconoscibile cattivo Amalric, si districa tra volute incoerenze storiche e una sceneggiatura rutilante. Luc adatta, con il suo folle talento, l’eroina di Jacques Tardi, prendendosi una libertà assoluta rispetto al tempo (1911) e al fumetto, già di per sé “esagerato”. Le derive dark, che ricordano i suoi inizi, si accompagnano all’ipercitazionismo, pterodattili, strane tecnologie e misteri egizi ci sballottano tra Spielberg e Belfagor. Una nuova saga è alle porte, anche se troppo adulta per i bimbi. E viceversa.
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