Regia di Luc Besson vedi scheda film
Avendo grossi problemi di sopportazione nei confronti dell'animazione in genere, era dai tempi del bellissimo - almeno a mio avviso - "Angel-A" che mi chiedevo che fine avesse fatto il grande Luc Besson. Qualche tempo fa, quasi inaspettatamente, la risposta: "Adèle e l'enigma del faraone". Non il film che ci si possa aspettare dal regista di "Nikita" o "Leon" ma piuttosto la giusta evoluzione della recente esperienza nel mondo dei più piccoli con Arthur & Co. Un film per ragazzi quindi? Solo all'apparenza. Besson è cineasta scafato e soprattutto egocentrico, questo suo adattamento per grande schermo di un celebre fumetto francese anni '70 è per lui ghiotta occasione per giocare nuovamente con i generi e dare vita ad un'avventura fantastica e memorabile. Colpisce nel segno anche questa volta perché la sua Adèle Blan-Sec è musa ed eroina irresistibile, impertinente e brillante come poche altre prima di lei, bellissima e tormentata nel senso più romantico del termine. Logorroica ed ipercinetica, attraversa il film del regista francese come un'autentica furia e per di più nelle splendide fattezze di Louise Bourgoin (Complimenti Luc, altro centro). A metà fra un Indiana Jones in gonnella ed una Dana Scully d'inizio '900, questo sfaccettato ed interessantissimo personaggio si muove con leggiadria fra ritrovamenti archeologici, fughe rocambolesche e bizzarri eventi paranormali. Circondata da uno splendido ricettacolo di co-protagonisti squisitamente sopra le righe e mossa principalmente dall'amore - nonché senso di colpa - per una sorella in coma, Adèle viaggerà dall' Egitto a Parigi in compagnia di una mummia, aiuterà le forze dell'ordine alle prese con uno pterodattilo, salverà la vita al presidente francese, riporterà in vita un faraone e guarirà finalmente la sua gemella, il tutto fra situazioni e battute al fulmicotone che coinvolgono lo spettatore sin dalle prime sequenze e lo intrattengono senza sosta sino alla fine. Avventura, fantasy, qualche venatura horror e tantissimo humor nero perfettamente mixato da un ritrovato cineasta che gira con brio incontenibile senza farsi sopraffare né dal soggetto, né dagli effetti speciali per altro di preziosissimo aiuto nella ricostruzione di un'affascinante capitale d'inizio secolo (scorso). Ottimo il lavoro svolto con la macchina da presa, efficace la direzione dei tanti interpreti, ineccepibili gli apporti di fotografia, montaggio e colonna sonora. Un altro film "per tutti" che, nonostante la materia fantastica, si colloca ad anni luce di distanza dai vari Potter e Narnia per raffinatezza e gusto cinephile. "Tra le mie braccia" è solita esclamare la protagonista nei momenti di estremo pericolo, se è vero che questo è il primo capitolo di una trilogia, vi dirò che gettarmici un altro paio di volte sarebbe estremamente piacevole.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta