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Crazy Heart

Regia di Scott Cooper vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Crazy Heart

di Paul Hackett
8 stelle

Bad Blake è un navigato country singer nella fase calante della sua parabola artistica, ormai finito nel cono d'ombra di Tommy Sweet, il classico ex-allievo che ha surclassato il maestro, soprattutto in termini di successo commerciale. L'incontro con una giovane giornalista, madre single di un bambino di quattro anni, sembrerà restituire speranza al disilluso musicista, ma inevitabilmente lo costringerà a confrontarsi con i suoi personali demoni: la dipendenza dall'alcool e il tormento di un figlio abbandonato in tenera età. Il grande Jeff Bridges e la sua interpretazione dimessa e sofferta, vincitrice dell'Oscar per il miglior attore protagonista e in qualche modo diretta discendente del pianista solitario e malinconico de "I favolosi Baker" (film nel quale l'attore già si cimentava al canto con ottimi risultati), sono la vera ragion d'essere di un film che inizia in maniera promettentissima, come un viaggio nella profonda provincia americana, tra locali fumosi e cantanti country impregnati di alcool e lontanissimi dall'oleografia, colorata e pittoresca, che solitamente descrive il genere musicale. Poi, purtroppo, "Crazy Heart" assume le forme di un più tradizionale (e banale) melodramma sentimentale, dall'andamento piuttosto piatto e prevedibile, riscattandosi in parte con un bel finale, né troppo malinconico e né troppo consolatorio. Ma il danno ormai è compiuto, con la sceneggiatura che mostra la corda e molti personaggi che restano irrisolti e appena abbozzati (Tommy Sweet/Colin Farrell, ad esempio, andava sfruttato decisamente meglio). Un po' anonima ma promettente la direzione di Scott Cooper, già attore di non chiarissima fama e qui esordiente alla regia, ben sostenuta dalla bellissima fotografia, contrastata e sottoesposta, di Barry Markowitz. Ottima la colonna sonora, firmata dal celebre produttore T-Bone Burnett (già al lavoro con Jeff Bridges per "Il Grande Lebowski"), con il brano "The weary kind", vincitore dell'Oscar per la miglior canzone originale ed eseguito dal bravo Ryan Bingham, totalmente sconosciuto in Italia ma uno dei nomi più interessanti dell'alt-country (genere che negli USA chiamano "Americana"). Da notare che Jeff Bridges deve essersi davvero immedesimato nel ruolo di Bad Blake, dal momento che di recente ha dato alle stampe un album country a suo nome. "Crazy heart" è tratto da un romanzo del 1987 di Thomas Cobb, frettolosamente tradotto in italiano (con appena 23 anni di ritardo) in seguito al successo del film. Nell'insieme una gran bella pellicola, con un po' più di coraggio sarebbe stato un capolavoro. quattro stelle.

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