Regia di Julie Anne Robinson vedi scheda film
VOTO : 4,5.
“The last song” è un film(etto) che non (ci) risparmia nulla, mette un sacco di carne al fuoco, ma lo fa quasi sempre con grande approssimazione, cambiando registro ed intenti lungo il tragitto che traccia, ma non tanto per una necessità naturale e sentita, quanto per un’improbabile volontà di colpire in ogni modo l’attenzione dello spettatore.
E in questo festival del già visto si salva davvero molto poco.
Ronnie (Miley Cyrus) si trasferisce per l’estate dal padre Steve (Greg Kinnear), che vive solitario sulle spiaggie della Georgia, assieme al fratellino (Bobby Coleman).
All’inizio è dura rompere il ghiaccio consolidato da anni di forzata lontananza, ma Ronnie trova rifugio tra le ampie spalle di Will (Liam Hemsworth), un rampollo di buona famiglia.
Altri fatti della vita la porteranno comunque a confrontarsi in maniera definitiva col padre.
Non funziona questo film, soprattutto la sceneggiatura fallisce nel tentativo di variare temi (rapporti familiari, amore, amicizia, malattia e morte) e registro (commedia romantica e dramma), peggiorando inesorabilmente di minuto in minuto.
Così se l’inizio è simile a tanti altri già visti, ma almeno (quasi) decente nella sua convenzionalità, il proseguimento regala tante cadute stile, scene che scadono nell’ovvio, comportamenti a volte fasulli, altre volte semplicemente ipocriti, col sorrisone della star (?) Miley Cyrus sempre in primo piano (e comunque non è certo lei l’anello più debole di questo lavoro).
Momenti molto brutti si alternano ad altri semplicemente bruttini, ma il peggio arriva nella parte risolutiva, nella quale il dramma non è certo trattato coi guanti (stucchevole e rapidissimo il racconto) e così il finale non emoziona come avrebbe potuto e non lascia alcun ricordo positivo, anzi.
Insomma Nicholas Sparks prima tracima, ma poi fondamentalmente tracolla completamente, manca infatti la coesione e gli stacchi (continui) tagliano spesso le gambe, spesso indebolite già di loro.
Per il resto la confezione è piuttosto pulita, alcuni ambienti anche piuttosto ben scelti (soprattutto le abitazioni, soprattutto quella di Will), ma si tratta davvero di poca cosa rispetto alla precarietà del sunto narrativo, per niente smussato dalla regia e dal montaggio (anzi).
Insopportabile.
VOTO : 4,5.
Regia veramente opaca, azzecca poche sequenze, manca di coesione tra le varie macrosequenze e risulta spesso superficiale in maniera inquietante (colpa molto della sceneggiatura, ma le immaginini mi lasciano la sensazione che si potesse fare di meglio comunque).
VOTO : 5,5.
Non malissimo, abbastanza naturale e brillante, purtroppo il suo personaggio ha degli scatti improvvisi alquanto raccapriccianti e poco attendibili.
Rimandata alla prossima occasione.
VOTO : 5,5.
Di solito è un valore aggiunto nei film nei quali recita.
Qui purtroppo finisce stritolato da un meccanismo che non funziona per niente.
VOTO : 5,5.
Così così.
VOTO : 5.
Piuttosto abulico, ruolo bruttino al quale si adegua placidamente.
VOTO : S.V.
Parte davvero risicata per lei.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta