Regia di Alex Merkin vedi scheda film
Schema
L’albergo del libero scambio di Georges Feydeau
Adattamento per un thriller:
X (maschio)
Y (maschio)
Z (femmina)
Il dramma, che potremmo intitolare Corna e sangue nell’albergo a ore, si svolge in un hotel che, come asserisce il portiere, è di antica data e ha visto storie di nobili intrighi erotici.
Scenografia
L’hotel Riverwiev è simile a un Overlock dei poveri e a quello di Burton Fink (la hall è di piccole dimensioni – la regia inquadra solo il bureau per risparmiare sui costi del film; lunghi corridoi che, in realtà non sono lunghi – la regia utilizza un grande grand’angolo con un uso eccessivo del carrello in avanti tutta; pareti emocromatiche per definire l’ambiente rosso-sangue); le stanze interessate sono la 506, 508, 602 al quinto piano; ci sono due ascensori dei quali uno solo funzionante; le stanze sono di gusto liberty-casa-d’appuntamento, adorne di suppellettili sul genere casa-di-babyjane, alle pareti dipinti e disegni tipo negozi di antiquariato spurio e croste di pittori carneadi a Fiuggi-Terme; qualche sedia-poltrona, letti Ikea con coperte lise per l’uso, presenza sulla moquette cremisi di un verme di dimensione 1 cm di lunghezza, assai schifoso a vedersi.
Interpreti
X e Y bellocci da serial, Z l’estinta Brittany Murphy. Il portiere, il cuoco fin dall’inizio del film, sbarrano gli occhi, sono artatamente ambigui, consapevoli in anticipo del thriller-pochade [nota: il regista poteva fare a meno di raccontare loro la trama prima delle riprese!]
C’è un altro personaggio (lo chiameremo K. – fa tanto Kafka) che entra in scena come Dea ex Machina, perché il regista ha trovato un buco nella sceneggiatura.
Plot
Congegno a orologeria e necessità dei cellulari: tutti gli interpreti devono averne uno.
Across The Hall
Y, amico intimo di X, telefona a X: è turbato, Z lo tradisce, lui ha le prove (ama Z ed è quasi folle, una come lei non doveva farlo, ricorda il patto d’amore ‘nulla potrà separarci’, ‘senza di lei non posso vivere’).
Y, immerso beatamente nella vasca da bagno, dice a Y di calmarsi, ma Y risponde ansimando che si trova nella stanza dell’albergo Riverworld, alla 508, di fronte alla 506 e sente che Z sta con un altro uomo, l’eco dell’orgasmo di Z gli arriva dalla parete attigua e lo sbattere del letto contro la parete della sua stanza è inequivocabile: CORNA!
Y rivela a X che ha una pisola (“La tua pistola”, dice a X. “L’ho presa dal tuo cassetto”)
X sbanda. “Dal mio cassetto? Sta’ buono, Y, arrivo subito, non fare fesserie”
Sorpresa!
Il regista convoglia X, Y, Z + K tutti nello stesso albergo, alla stessa ora.
Parlano con il cellulare ma sono tutti vicini di camera.
In una camera X e Z hanno appena finito di sconquassare il letto e rompere la parete.
Y non sa che l’amante di Z è il suo migliore amico X!
Ci scappa il morto?
Chi uccide chi?
Il congegno a orologeria non sorprende lo spettatore, il quale aspetta un qualche memento interessante ma il copia e incolla da vari film simili riesce noioso, prevedibile, meglio il quesito con la Susy nella Settimana enigmistica – costa molto meno.
Il regista
Alex Merkin. Segni particolari: maniacalmente attaccato a questo plot, prima del film ha girato un corto nel 2005, poi ci ha pensato su per quattro anni, infine ha girato il lungometraggio. Attualmente è scomparso nel nulla.
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