Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Il mondo di Greenberg è solo di Greenberg? chi lo sa, forse coinvolge più o meno tutti coloro che si ritrovano, non più giovani, a fare i conti con se stessi, cercando un'autenticità che non può che condurre se non alla follia almeno alla frustrazione, se quei conti vengono fatti con lucida conseguenza fino ad arrivare al grande rifiuto di un mondo che forse è ancora più malato. Greenberg è inchiodato al passato, vuole rivivere il passato, anche se è perfettamente consapevole che si tratta di un progetto impossibile, ma è proprio grazie a questa impossibilià che egli può rimanere sospeso, senza fare niente, e procedere a rilento, e puntualizzare tutte le contraddizioni che lo circondano, così come puntella e lima le sue costruzioni di legno o denunciare i disservizi della costumer satisfaction spazzatura, con lettere in cui scaricare tutta la sua critica dell'esistente. Personaggio contraddittoro, vincolato al passato e al tempo stesso sospeso in un presente in cui criticare le nuove generazione con motivazioni all'altezza di un Pasolini, Greenberg non offre alcune soluzioni, rimane aggrovigliato nella sua matassa, ma in lui c'è tanto amore che solo una donna tutta particolare, la vicina Florence, è in grado di saper cogliere, soprattutto in un momento difficilissimo, quello dell' aborto. Come tanti altri film con Stiller, anche questo come al solito è stato poco valutato, ma personalmente penso che qui dia prova di alta tragicomicità, senza troppe invadenze e ritrosie.
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