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Lo stravagante mondo di Greenberg

Regia di Noah Baumbach vedi scheda film

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La recensione su Lo stravagante mondo di Greenberg

di maurizio73
5 stelle

In occasione del viaggio in Vietnam del fratello e della sua famiglia, il nevrotico e puntiglioso Roger va ad abitare per qualche tempo nella casa di quest'ultimo, ritornado dopo molti anni, da New York dove vive nella nativa Los Angeles. Qui incontra vecchi amici e antiche fiamme, ma soprattutto l'emotiva e impacciata governante del fratello, una ragazza che sogna di fare la cantante e che fatica a trovare un suo equilibrio professionale e sentimentale. L'incontro-scontro tra i due provocherà qualche malinteso ed una stralunata vicinanza emotiva.
Da un soggetto scritto a quattro mani con la moglie e produttrice Jennifer Jason Leigh, Noah Baumbach sceneggia e dirige questa singolare commedia sulle nevrosi e le insicurezze di una generazione di quarantenni alle prese con un primo bilancio sui propri fallimenti professionali e umani che ben si attaglia allo sguardo spiritato e attonito da 'addetto ai lavori' di Ben Stiller ed alla bionda esuberanza di una sgraziata e soave Greta Gerwig. Calcando a più riprese sul tasto di questa inadeguatezza generazionale (il confronto con la giovane governante a cui chiedono ancora la patente per bere, quello con la mandria di adolescenti che affollano la casa nel party finale, le patetiche recriminazioni sull'occasione della vita malamente sprecata per un'intemperanza caratteriale) e mirando ad inscenare il pignolo rituale di una permanete recriminazione da 'utente bistrattato', Baumbach affila le armi un pò spuntate di quella comicità yiddish in trasferta californiana che si affretta prontamente a smentire ('...in realtà sono ebreo solo per metà') e vorrebbe far emergere, dall'apparente casualità di un incontro tra solitudini complementari, il senso di una vicenda che spesso si spegne nel silenzio di una battuta mal riuscita, tra comprimari dalla sicura presenza scenica (sorprendente la Gerwig) e personaggi secondari un pò troppo defilati (bravo Ifans). Più riuscito sul piano della recitazione che su quello della scittura e dell'originalità di battute e situazioni, è una commedia interessante che rischia però di lasciare il tempo che trova. Bella la colonna sonora con la nostalgica 'It Never Rains In Southern' di Albert Hammond a far da sfondo musicale e contrappunto tematico al 'viaggio della speranza' di questo quarantenne depresso nella città degli Angeli. Presentato in anteprima alla 60a edizione del Festival di Berlino del 2010.

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