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Lo stravagante mondo di Greenberg

Regia di Noah Baumbach vedi scheda film

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La recensione su Lo stravagante mondo di Greenberg

di supadany
6 stelle

Noah Baumbach conferma di essere un regista (anche abbastanza giovane visto che è nato nel 1969) che certo non difetta in sensibilità, soprattutto per quanto concerne il versante più indie, che poi rappresenta il territorio a lui più congeniale nel quale riesce comunque ad esprimere concetti senza artifici e in questo caso tratta una figura sociologicamente compromessa.

Roger (Ben Stiller) si reca a casa del fratello per alcuni lavoretti quando quest’ultimo parte per un viaggio e qui conosce la tuttofare di casa, ovvero Florence Marr (Greta Gerwig).

Comincerà tra i due un rapporto fatto di sesso, fraintendimenti, ansie, piccole gioie ed anche un po’ di dolore.

 

 

Sicuramente il primo elemento che balza all’occhio in questo film genuino, e forse un po’ troppo aperto verso un futuro che possiamo solo immaginare, è la sorprendente interpretazione “bigger than life” di Ben Stiller qui alle prese con un personaggio dall’umore ballerino, nevrotico, difficile, se non impossibile, da trattare e da decifrare.

Ed anche il suo contraltare, decisamente più avvezzo a questi itinerari, una fresca Greta Gerwig, offre sponde valide e congeniali.

Il film gioca quindi le sue carte migliori proprio attorno al rapporto che si sviluppa tra i due con scene che svariano su registri anche molto diversi, mantenendo però un equilibrio complessivo scrupoloso anche quando Roger compie delle “uscite” spericolate ardue da presentare in maniera tale che queste possano essere ricevute come si deve.

Diciamo che è un film che ti tiene sulle spine nonostante diversi atteggiamenti inscenati siano parecchio respingenti, l’unico aspetto che giudico poco soddisfacente, a parte qualche raro spezzone non proprio ispirato, è il finale che ti lascia, secondo me, troppo di stucco.

Se da un lato, vista la storia trattata, questo ha un senso anche pratico, dall’altro avrei preferito almeno qualcosa di un po’ meno abbozzato anche se il retrogusto dolce amaro riesce a mitigare in buona parte questa sensazione di smarrimento.

Film dunque ben preparato e rappresentato che si assume una missione complicata e che, a parte qualche frangente, riesce pure a portare a termine.

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