Regia di Noah Baumbach vedi scheda film
Roger Greenberg, appena uscito da una degenza psichiatrica, torna a casa mentre suo fratello parte per il Vietnam (in vacanza) e conosce Florence. Passato sotto silenzio in Italia, (Lo stravagante mondo di) Greenberg è scritto e diretto da Noah Baumbach, che costruisce un personaggio grandioso in Roger Greenberg, vecchia star dell'indie rock che ha sprecato la sua occasione di successo per le sue scelte narcisistiche ed egoiste non risparmiando anche i suoi amici.
Amico e collega di Wes Anderson (è il co-sceneggiatore di Steve Zissou e Fantastic Mr. Fox) e si vede, Baumbach preferisce rimanere incentrato sull'aspetto contenutistico piuttosto che sullo stile pop e colorato del ben più quotato Wes, ma lo fa con sottile eleganza. Ha preso l'icona delle commedie demenziali e ne ha tirato fuori il meglio (paradossalmente obbligando Stiller a reprimersi). Greenberg non accetta compromessi sociali, infatti disprezza l'amico Ivan (un sempre bravo Rhys Ifans) e non vuole legarsi a Florence per paura di indirizzare la sua vita verso il declino delle classiche famiglie senza sogni né speranze, ma dietro quella maschera di convinzioni si cela un uomo immaturo che non desidera altro che essere amato senza però volerlo ammettere, nemmeno a sé stesso. Il film mostra un sentimentalismo e una storia d'amore originale e per nulla scontata. Finale puro.
Greta Gerwig è semplicemente fantastica (e perfetta) per la parte della giovane ragazza senza troppe ambizioni. Buona la colonna sonora, condita di ottimi pezzi. Juno Temple progredisce alla svelta. La sceneggiatura a volte è un po’ lenta, ma i dialoghi sono dosati alla perfezione e scritti con intelligenza. VOTO : 8/10
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