Regia di Louis Leterrier vedi scheda film
Puro cinema spettacolare, che recupera e omaggia (con ironia, vedi la scena in cui Worthington pesca da una cassa il kitschissimo gufo meccanico Bubo, a sua volta omaggio a R2D2/ C3PO) un classico naif, e ormai datato, di cui ricordarsi solo perché è l’ultimo esponente (e il mio primo “spavento” infantile…Medusa mi terrorizzava!) del filone mitologico-fantasy ad avvalersi della sublime maestria artigianale di Harryhausen, mago dell’animazione, ingenua ma deliziosa, in stop motion.
Scontro tra Titani (e il titolo sembra uno scioglilingua, provate a dirlo in fretta) è innocuo intrattenimento, che si diverte a rivisitare, rielaborare, con gusto e sincretismo tipicamente hollywoodiano, l’affascinante mito di Perseo ( da cui si diramano altri miti, come dei moderni “spin-off”, con protagonisti altri personaggi “minori”: Medusa, Andromeda, pegaso, Calibos ecc), semidio solitario, accompagnato nelle sue imprese soltanto da un cavallo alato e dal suo coraggio.
Leterrier lo ha trasformato in un anti-eroe rabbioso e caparbio, che non cerca gloria e onori ma impugna le armi mosso dalla vendetta, deciso a conquistarsi il diritto di scegliere il proprio destino, quel libero arbitrio tanto prezioso quanto indispensabile per l’uomo.
La riflessione sulla libertà di scelta e sulla ricerca della propria identità è la sola concessione all’approfondimento psicologico, la chiave di lettura “alta” della storia, poi è tutto un crescendo vertiginoso di avventura dark on the road, ipertecnologica ( ma il 3D è una delusione) e insieme retrò, che mescola con disinvoltura CGI, green screen, mostri digitali, animazione elettronica, imponenti set e scenografie reali, armi di gomma, protesi in silicone. Una storia antica ripresa con sguardo (steadycam, camera a mano) e stile moderno.
P.S. Forse è il primo fantasy mitologico a preferire l’azione tout court all’elemento romantico, quasi del tutto assente. Le belle di turno (interpretate da brave attrici) sono una mera presenza decorativa.
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