Regia di Matthew Vaughn vedi scheda film
Un rutilante, liberatorio e dannatamente divertente spettacolo pop che affranca il genere del cinecomic dai suoi vincoli più pesanti di asservimento alla macchina hollywoodiana.
In anni dominati dal massiccio fiorire di film sui supereroi, Matthew Vaughn e la sua sceneggiatrice di fiducia Jane Goldman riscrivono audacemente i loro stilemi più rodati e cristallizzati mediante l'allestimento di un rutilante, liberatorio e dannatamente divertente spettacolo pop che affranca il genere del cinecomic dai suoi vincoli più pesanti di asservimento alla macchina hollywoodiana. Il benefico sberleffo al conformismo è garantito dal carattere già di per sé altamente atipico del fumetto Marvel/Icon di cui questo film è la diretta trasposizione, ma la vera marcia in più è l'adozione di un uso della violenza che cerca di essere contemporaneamente morale (quindi realistico, secondo la scuola di Sam Peckinpah) e buffonesco (quindi fumettistico, secondo quella di Quentin Tarantino): è proprio questa la dicotomia che ha fatto storcere il naso a parecchia critica, che pur di scansare l'ostacolo si è limitata a tacciare il tutto di ambiguità ideologica (e persino di istigazione al fascismo). In realtà, il tessuto etico del racconto è tutto lì, ovvero fra la pagina disegnata (che riesce davvero a esplodere sullo schermo, con le sue battute spiazzanti, le sue svolte improvvise e imprevedibili, la sua episodicità da strip e i suoi guizzi cartooneschi anche splatter) e, però, il brusco ritorno alla realtà, con il sangue che zampilla (uccidendo sul serio) e il cuore che duole, mentre le torture mostrate in diretta non fanno tremare più nessuno (ed ecco che su tutto si staglia una visione politica, peraltro nobilissima). Idem per i (fantastici) personaggi, sempre a perfetto cavallo tra lo stereotipo (anche piacevolmente caricaturale) e il suo clamoroso superamento (tanto per fare un esempio, si viene a scoprire che la presunta ragazza facile della storia... fa volontariato). Che lo stile sia tutt'altro che mai visto (e un filo compiaciuto) fa parte della partita. Cast strepitoso, con un inedito e autoironico Nicolas Cage, un ottimo Mark Strong nei panni del cattivaccio e due rivelazioni: Aaron Taylor-Johnson con indosso il costume del simpatico protagonista e l'indiavolata Chloë Grace Moretz. L'ultima mezz'ora è persino epica.
Variegatissima colonna sonora, con Banana Splits (Tra La La Song) nella celebre versione dei Dickies, il tema di Per qualche dollaro in più e un bel pezzo firmato da Mika sui titoli di coda.
Film OTTIMO — Voto: 8
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