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Kick-Ass

Regia di Matthew Vaughn vedi scheda film

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Paul Hackett

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La recensione su Kick-Ass

di Paul Hackett
8 stelle

Irretito dal sogno di diventare un supereroe, l'adolescente Dave, con l'ausilio di una tuta modificata all'uopo, di tanta buona volontà e di un bel po' di incoscienza, si trasforma in Kick-Ass, paladino della giustizia (con tanto di cliccatissima pagina MySpace) che, visti gli impegni scolastici e i limiti di età del ragazzo, "combatte il crimine dalle 21 alle 2 di notte". Ovviamente il poveraccio rimedierà un sacco di botte e persino una coltellata ma, grazie ad un video delle sue gesta postato su YouTube, diventerà una sorta di idolo delle folle e verrà erroneamente scambiato dal boss della mala Frank D'Amico per il misterioso giustiziere che sta decimando i suoi uomini e dietro la cui maschera si nasconde in realtà la micidiale coppia composta dall'ex-poliziotto fanatico delle armi Big Daddy e dalla sua letale figlia undicenne che si fa chiamare Hit Girl. A complicare ulteriormente la vicenda si aggiungerà il figlio di D'Amico, compagno di scuola di Dave, che, con il costume di Red Mist, tenderà una trappola al malcapitato Kick-Ass. E, visto che siamo pur sempre in una pellicola con protagonisti degli adolescenti, non dimentichiamo l'amore non corrisposto di Dave per la bella Katie che, almeno inizialmente, gli concede solo la sua amicizia credendolo gay... insomma... una trama vivace e variegata per un sorprendente teen-action che è, allo stesso tempo, film di supereroi e parodia dei film di supereroi. Tratto da una miniserie della Icon Comics, casa editrice facente parte del gruppo Marvel, ideata dallo scozzese Mark Millar e disegnata da John Romita Jr, "Kick-Ass" è un'opera davvero insolita, che può facilmente entusiasmare, come può lasciare perplessi: eccessiva, colorata, ironica, frastornante e, cosa insolita per un "teen-movie", violentissima (i morti ammazzati si contano a decine e spesso in modi estremamente cruenti). Il regista inglese Matthew Vaughn (anche co-sceneggiatore), forse più noto alle cronache rosa per essere il marito della ex top model Claudia Schiffer (in una scena del film c'è in bella evidenza un cartellone pubblicitario del profumo firmato dalla moglie... furbacchione), ha un bello stile e una mano decisa, dimostrando di sapersi muovere con disinvoltura sia con l'iperviolenza comica e grottesca (è stato produttore dei film dell'amico e sodale Guy Ritchie) e sia con le trasposizioni cinematografiche di opere letterarie o a fumetti (nel suo curriculum "The Pusher", tratto da un romanzo di JJ Connolly, "Stardust", tratto da un racconto di Neil Gaiman, l'eclettico folletto inglese trasversale al mondo dei comics e della letteratura, e, successivamente a "Kick-Ass", anche "X-Men l'inizio" prequel della saga dei mutanti Marvel). Buono anche il cast: da tenere d'occhio il poco conosciuto protagonista Aaron Johnson, una bella conferma lo spassoso Christopher Mintz-Plasse, già visto in "Suxbad" nell'esilarante ruolo del mitico McLovin e molto convincente il "villain" Mark Strong, mentre un po' esornativa risulta la presenza di Nicolas Cage, probabilmente giustificata dal fatto che l'attore americano è un grande appassionato di comics e immagino che, da fan del fumetto originale, abbia fatto carte false per partecipare al progetto (e non dimentichiamo che, per richiamare pubblico negli States, un nome noto nel cartellone è ritenuto assolutamente irrinunciabile). In conclusione, "Kick-Ass" è un vero spasso, per il quale sarei fortemente tentato di sprecare le cinque stelle del capolavoro, ma che, per una tardiva resipiscenza di buon senso, faccio lo sforzo di limitare a quattro. Gran bel film, davvero.

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