Regia di Mike Newell vedi scheda film
Un videogame tradotto in film tira l'altro, e stavolta tocca a "Prince of Persia":allestito dal Jerry Bruckheimer di tanti smash hits spettacolari, che intenderebbe creare una nuova trilogia di successo dopo il risultato dei "Pirati dei Caraibi",contempla un dispendio di mezzi notevole per narrare la ventura dell'ex-orfanello Dastan,che,adottato dal re di Persia,diviene un principe guerriero che,ritrovatosi tra le mani un pugnale contenente una sabbia prodigiosa che può riavvolgere all'indietro il tempo,dovrà combattere contro una congiura di palazzo che punta a destituire il proprio padre adottivo.Sarà aiutato da una bellissima principessa e incontrerà una canaglia di predone che inaspettatamente lo aiuterà.Il film saggiamente tiene conto dell'ironia e ne usa abbastanza,prendendo a braccetto "Il ladro di Baghdad" e "Aladdin", ma Newell non sembra il regista adatto a gestire la faccenda al meglio:troppi ralenti nelle scene d'azione,qualche dilungamento di troppo nell'esposizione della trama, e neanche Gyllenhaal pare l'attore adatto,nonostante la ginnica prestanza,ad impersonare un eroe da fumetto,mentre Molina ammicca fin troppo nel suo ruolo di brigante fanfarone. La Arterton è sempre più una delle bellezze più rimarchevoli tra le emerse da poco, e Ben Kingsley,come i conterranei Neeson e Fiennes si adegua ad una prestazione atta a far cassa,con più professionalità però dei colleghi citati. Può darsi che sia l'inizio di una nuova trilogia,ma la partenza non è delle più appassionanti:anche se magari,rispetto ai "Pirati",che ben si avviarono e maluccio arrivarono,incassi a parte, la qualità potrebbe sensibilmente migliorare.
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