Regia di Anand Tucker vedi scheda film
Se l’abilità di Nancy Meyers in È complicato è quella di rendere complessa la linearità della commedia sentimentale hollywoodiana, al contrario Anand Tucker con Una proposta per dire sì tende piuttosto a semplificarla. Non che questo sia un demerito, ma sicuramente un limite. Lo script di Deborah Kaplan ed Harry Elfont possedeva infatti due solidi motivi di fascinazione. Il primo è lo spunto. Anna decide di chiedere la mano al fidanzato Jeremy, un cardiologo, seguendo una vecchia leggenda irlandese dove ogni 29 febbraio sono le donne a chiedere agli uomini di sposarle. Non riesce però a raggiungere Dublino ed è costretta a mettersi nella condizione di farsi aiutare da un burbero cuoco. L’altro è il modo in cui il genere si contamina con il film d’avventura dove la meta desiderata diventa irraggiungibile. Da questo punto di vista ci sono anche degli squarci attraenti (la visita al castello che le fa perdere l’unico treno) ma il regista, come in Hilary e Jackie, contempla troppo il paesaggio piuttosto che immergersi dentro e farlo diventare campo di battaglia come ha insegnato il grande John Ford con Un uomo tranquillo. E le schermaglie tra Amy Adams e Matthew Goode sono troppo poco rudi.
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