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Dragon Trainer

Regia di Chris Sanders, Dean Deblois vedi scheda film

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La recensione su Dragon Trainer

di elendill
8 stelle

La storia in effetti è un po’ sempre la solita storia, ricalcata su quella amicizia speciale che supera qualsiasi barriera e ambisce a infrangerla; il protagonista è in effetti sempre il solito protagonista, imbranato e goffo ma dal cuore d’oro, e la ‘bella’ in questione è in effetti il modello che va forte ultimamente, quello della tipa tosta che non le manda a dire; e persino alcune dinamiche del loro flirt sono il copia e incolla di quelle fra Gaia e Rocky in Galline in fuga. Ma Dragon Trainer è, a suo modo, una piccola sterzata verso luoghi che all’animazione odierna, grazie soprattutto ai passi da gigante compiuti dalla Pixar, stanno diventando pian piano sempre più praticabili e idonei. L’insensatezza della guerra, dell’ansia di uccidere e di mostrare il proprio valore/onore attraverso trofei insanguinati, il bisogno di vittoria e di sopraffazione come unico possibile mezzo e fine della realizzazione personale e della presa di coscienza della propria identità, si sciolgono di fronte alla necessità di superare l’ignoranza, la paura e la violenza, l’una madre dell’altra, necessità rivendicata da un legame quasi di osmosi (che ricorda, a tratti, Il piccolo principe): tematiche non poi così bazzicate dai cartoon, e che risultano coinvolgenti per come sono trattate, costruite, analizzate delicatamente.
Anche l’immancabile 3D sconta un ormai inevitabile confronto con i lustri di Avatar, ma ne esce a testa alta: perché quando Hic viene trascinato su e già per le nuvole e il mare in groppa al suo amico squamato, pare quasi di sentire anche i nostri capelli scompigliarsi.
Nulla di nuovo sotto soli e cieli solcati da ali di drago, insomma, però illustrato tanto intelligentemente da fartelo dimenticare; non c’è che da lasciarsi trasportare. Il tutto senza tralasciare, nelle battute finali, la presenza di un’inattesa scelta narrativa che costituisce a suo modo una piccola rivoluzione; è la vera novità di questo cartoon apparentemente semplice, apparentemente scontato, apparentemente passeggero, e che non si permette di svicolare rifugiandosi in una chiusa tutta rose e fiori, mostrandone al contrario, con dolcezza e tatto, le spine nascoste, e prendendo finalmente atto che sono proprie di qualsiasi realtà.

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