Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Certi film ti chiamano, come se stessero cercandoti per essere visti e devo dire che questo film è capitato tra le mie mani per caso e per caso ho deciso di vederlo in questo periodo. Certo, sapevo a grandi linee quale fosse la trama, non nel dettaglio, ma il centro del film era l'amore tra i due protagonisti o l'attrazione fisica e i giochini che li relazionavano? Pensando a queste due possibilità partivo prevenuto: un film come questo nelle mani di un italiano sarebbe stato puro esibizionismo, la necessità di mostrare e non di celare, scelta a mio parere azzeccatissima che ha fatto Leconte. Perché c'è davvero leggerezza e poesia e una gioia infinita, così grande e forte, invidiabile, cristallina, che paradossalmente la paura di perderla porta alla morte. Di recente ho visto anche Sweet november, un brutto remake di un film degli anni '60 che però conclude la storia con una scelta molto simile a quella di Matilde. Ci si separa definitivamente e si muore nel momento di gioia più alto e intenso, quando ormai all'apice andare avanti significa solo perdere qualcosa; lo si fa per fare in modo che nel ricordo si possa esistere per sempre perfetti, come in un sogno, perché si lasci un segno indelebile nella vita. E' un tema di fondo affascinante, che resta solo in secondo piano, ma che ai miei occhi ha preso il sopravvento. Tutto il resto è vita, nostalgia, vibrazioni, emozioni, un antipasto misto per un'ultima riflessione che magari è stata la scintilla che ha fatto nascere il soggetto e il film. Rochefort e la Galiena sono bravissimi.
Leconte tecnicamente è un maestro, in questo film dosa anche bene i tempi e i temi, sceglie di giocare per sottrazione e questa è una scelta che in genere giudico sempre molto felice.
Molto brava nel ruolo di Matilde, da lei si espande luce e bellezza, dosate con sapere dal direttore della fotografia e dalle pose che assume, forse talvolta un po' forzate, ma intense, immaginifiche.
Grande interprete di questo film, è la colonna portante che spezza con humour il desiderio, alleggerisce e irretisce lo spettatore nei sogni del protagonista e nell'amore, nell'attrazione sentimentale e fisica che si sposano nei suoi occhi adoranti la Galiena.
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