Regia di Patrice Leconte vedi scheda film
Storia di ordinario amour fou: il bambino che a chi gli chiedeva “cosa farai da grande?” rispondeva “sposerò una parrucchiera!”, una volta diventato adulto (e anzi avviatosi anche oltre la mezza età: all’epoca Rochefort aveva 60 anni) sposa appunto una parrucchiera, alla quale si è proposto subito dopo averla conosciuta. I due non hanno bambini, per non rovinare la perfezione della loro coppia (hanno quelli degli altri, che lui intrattiene mentre si fanno tagliare i capelli); la loro lite più memorabile è stata un’alzata di spalle di lei, in risposta a una battuta ironica di lui. Ma eros e thanatos, si sa, vanno a braccetto: la rubiconda parrucchiera che aveva tanto impressionato il protagonista da bambino si era suicidata con i sonniferi, non si sa perché, e il suo gesto segna i destini altrui. Leconte gioca sempre sul filo del grottesco, e la cosa può anche infastidire: certe volte ha combinato disastri, ma questo film riesce a mantenersi in un equilibrio miracoloso.
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