Regia di Paul Schrader vedi scheda film
'Adam Resurrected' è un altro tassello nella carriera di un regista importante come Paul Schrader: il film è tratto dal romanzo di Yoram Kaniuk e scritto per lo schermo da Noah Stollman e affronta la tragedia dell'Olocausto da un punto di vista poco frequentato, vale a dire il disagio esistenziale e la sofferenza di coloro che sono riusciti a sopravvivere ai campi di concentramento.
Protagonista è Adam Stein (Jeff Goldblum, strepitoso), ex impresario circense nella Berlino pre-Seconda Guerra Mondiale e, una volta prigioniero, costretto letteralmente a fare il cane dal comandante del campo (un mefistofelico Willem Dafoe) in cui venne internato con la sua famiglia, della quale rimase l'unico superstite al termine del conflitto.
La storia si sposta nel 1961 in un ospedale psichiatrico in Israele, dove altri pazienti come lui vengono curati per consentir loro di liberarsi dai fantasmi di un passato che li tormenta.
Non tutto funziona in questo viaggio nell'animo umano: le parti migliori sono, a mio avviso, i flashback di quando Adam faceva i suoi spettacoli - seguiti anche dagli ufficiali delle SS - e quelli della sua prigionia dove subisce umiliazioni di ogni sorta, mentre le scene nell'Istituto alternano momenti d'ispirazione - il rapporto con il ragazzo che si crede un cane, che rimandano a 'Il ragazzo selvaggio' di François Truffaut - ad altri risolti in modo più banale, come i ricorsi ad effetti splatter, non nelle corde dell'autore - solitamente rigoroso - nonché la pseudo-relazione con la dottoressa Gina Grey (Ayelet Zurer, bellissima).
Bella la ricostruzione d'epoca, esaltata dalla fotografia di Sebastian Edschmid.
Voto: 7.
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