Regia di Paul Schrader vedi scheda film
Siamo dalle parti del capolavoro in questo ultimo, toccante, straordinario lungometraggio del grandissimo Paul Schrader, sceneggiatore di fama, ma regista se non sottostimato certamente non apprezzato come meriterebbe, mai presente a festival o rassegne, disdegnato agli Oscar e altri premi prestigiosi.
Adam Resurrected risale al 2009 ed e' apparso in un paio di citta' italiane scomparendo in pochi giorni in un oblio ingiusto che neanche una critica attenta ha saputo evitare, lodandolo pressoche' unanimemente per le sue qualita' narrative, recitative e per l'emozione che riesce - nella drammaticita' degli eventi che percorre - a lasciarti dentro, vicino al cuore, nella tana talvolta troppo nascosta dei sentimenti di ognuno di noi.
In una frequente rincorsa tra il 1961, epoca in cui si apre il film, e il periodo piu' drammatico della dominazione nazista, seguiamo la curiosa e del tutto insolita personalita' di Adam Stein, ex prestigiatore di fama ora curato in un centro specializzato per il recupero degli ebrei reduci dai campi di sterminio. La sua caratteristica e' che e' perfettamente in grado di leggere nel pensiero di persone ed animali, e per questo incanta e seduce tutti sia nei suoi spettacoli straordinari e divertenti, sia nelle sedute e nella vita di tutti i giorni nel centro psichiatrico. Il film percorre anche le drammatiche vicende di quando Stein, in un campo di concentramento, perde moglie e figlia e viene assunto come "cane" dal perfido ufficiale nazista che egli aveva ridicolizzato in pubblico qualche anno prima. Nel '61 invece si imbatte in un giovanissimo paziente che si crede un cane e, con assiduita' e costanza, aiuta a superare il difficile handicap che assilla la mente del giovane.
La presa emotiva del film e' al massimo livello, Jeff Goldblum, che balla, salta, piange, ringiovanisce ed invecchia in maniera strabiliante, era gia' dai tempi di "Tutto in un notte" di Landis uno dei miei attori preferiti; qui ci regala l'interpretazione della vita (insieme a quella de La mosca di Cronemberg), che avrebbe dovuto assicurare Oscar, Palme d'oro e Leoni d'oro senza la minima esitazione sui rivali. Un capolavoro incompreso o peggio ignorato che neanche Spielberg con il pur notevolissimo "Schindler's list" ha saputo eguagliare.
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