Regia di Claudio Bondi vedi scheda film
Io sono da sempre un amante del cinema di Germi,e penso di averlo visto tutto, ma io ho amato moltissimo anche la figura di Germi, dove è sempre stato tratteggiato il suo carattere schivo e forse deformandolo anche esageratamente, mentre dalle poche interviste dirette che sono state portate nel film vediamo che i suoi discorsi di cinema sono ampi ed aperti, amava il cinema dal di dentro e lo conosceva alla perfezione e quindi per lui parlarne deve essere stato un vero piacere.
Il film documento è da apprezzare per la scelta in sé stessa, ma come tutti i film di questo genere, sono prese di posizione dove molte cose vengono trascurate e magari sottolineate altre che da altri punti di vista non sono importanti:
Esempio è la poca importanza che si dà alla figura della figlia che poteva essere una chiave interessante e non solo affettiva per capire meglio le famose spigolosità del carattere del padre come anche la presenza quasi inavvertibile del figlio Francesco Pietro Germi.
Una cosa che contesto al massimo è la presenza, anche inopportuna di Pupi Avati, che magari avrà fatto guadagnare l'appoggio ministeriale, ma ce li avremo potuti risparmiare i suoi commenti all'acqua fritta o almeno limitarli, dato che sono stati troppo frequenti.
Si sono poi trascurato alcuni film importanti come Gioventù Perduta, affondo importante su una generazione del dopoguerra e che anticipò di non poco quello che il cinema americano farà alla metà degli anni '50, oppure lo riscoperto di recente de La città si Difende con quel taglio noir così innovativo nel nostro panorama cinematografico. Altra trascuranza è il periodo che hanno definito di crisi con film su quasi commissione come La Presidentessa, appunto da valutare e parlarne proprio per fattori familiari, oppure con storie importanti e con cenni autobiografici come L'Uomo di Paglia, film importante e problematicamente nuovo.
Trascurata fuori maniera almeno dalla parte che ebbe il suo vero inizio di cinema di scelta, non forse troppo riuscita, ma deliberatamente nuova con Serafino, non si parla del film Amici Miei , che era molto interessante, magari con una testimonianza diretta degli sceneggiatori e di Monicelli
Le testimonianze sono asciutte e tagliate, in parte dai luoghi comuni, ma ne mancano diverse che avrebbero arricchito non poco il film documento, non so se è dipeso da un fatto di scelta o di disponibilità da parte di altri protagonisti, il fatto è che risulta un po' monco il discorso.
Parlare ancora di più del Germi attore, anche da parte dei registi che lo hanno diretto, Bolognini rilasciò dei commenti e Damiani lo si poteva benissimo rintracciare, come anche Olmi; oppure attori che dagli archivi si potevano prendere cose interessanti come Massimo Girotti, con cui ebbe un rapporto diverso dato che fece con lui due film, e per un attore maschio e protagonista è un caso raro. Da apprezzare la partecipazione discreta e vera di Elena Varzi, o anche, stranamente, quella della Sandrelli, Lisi e Casini, che non fanno un show gratuito di loro stesse, mentre la Cardinale è solo una superficialità gratuita e scontata, che forse la regia doveva meglio mettere a fuoco.
Cose che mancano e che era possibile mettere ce ne sono, anche a piccolissimi tratti e questo a dire la verità mi è dispiaciuto, accetto comunque l'operazione che almeno ha fatto un qualcosa di meritorio per questa figura importante e basilare del nostro cinema.
Vita privata e filmografia un po' trascurata e poco arricchita, Sesti poteva pretendere di più e lo poteva.
A parte la musica originale di Lamberto Macchi è indispensabile la sotolineatura nel montaggio della musica di Rustichelli
Si deve riconoscere la sua buona fede, ma un approfondimento maggiore era dovuto, anche se ringrazio la 7 per questa meritoria ulteriore biografia rigardante il nostro cinema, la Rai non si sogna nemmeno di produrne, se non ripescaggi in trasmissioni a tema
Interessante il suo intevento come critico storico
A parte qualche analogiai di ispirazione, ne avremmo potuto fare a meno dlla sua presenza
Divertente che è riuscito ad entrare nelle pieghe del carattere del regista
Abbastanza scontata la sua partecipazione dove ha detto cose che già immaginavamo e sapevamo
Rinunciando al suo giornalismo alle volte irritante, riesce a darci un piccolo ritratto interessante
Troppo piccola la sua partecipazione
Anche da lei mi sarei aspettato di più, per farci capire, senza indiscrezioni eccessive, le caratterialità del padre
Ha saputo concentrare bene il suo intevento rivelandoci situazioni e comportamenti in pochi tracciati
Oltre che regista è un grande storico del nostro cinema, ed il suo raffronto con il neorealismo è interessante, anche se poco tratteggiato, dato che Germi ebbe molti problemi da questo suo distacco rimproverato ad oltranza dalla critica del tempo, ma si sa Lizzani era un esponente autorevole proprio del neorealismo
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