Regia di Nanni Loy, Gianni Puccini vedi scheda film
Comincia dove finiva Lo scapolo (1955) di Pietrangeli, ossia con la celebrazione del matrimonio, e troverà la sua prosecuzione ideale ne Il vedovo (1959) di Risi: registi diversi ma protagonista sostanzialmente identico, un Sordi a suo agio nel ruolo di italiano mediamente mostruoso che gli è consono. Qui interpreta un costruttore in affanni economici che si destreggia fra una moglie troppo intellettuale, una suocera e una cognata invadenti, parenti poveri da tenere a distanza, amici che si perdono di vista una volta sposati, servette turbatrici della pace domestica, politici da ingraziarsi per poter lavorare. La trama resta abbastanza episodica ma il personaggio ha una sua coerenza, funziona, diverte. Sullo sfondo c’è l’Italia prima del boom: quartieri nuovi nello spazio intermedio fra città e campagna, strade non ancora asfaltate, appartamenti che incarnano il raggiunto benessere.
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