Regia di Nanni Loy, Gianni Puccini vedi scheda film
Il piccolo imprenditore, ipocrita e pusillanime, nuoce alla propria impresa e alla propria famiglia.
Per essere il prodotto di un'ammucchiata di nomi, è abbastanza riuscito. Gli sceneggiatori, infatti, sono un elenco di persone che non ho fatto in tempo a contare, e anche la regia è a quattro mani.... Troppi cuochi rovinano la minestra, ma non sempre.
Di positivo c'è il ritmo, che non lascia un momento di pausa, e i dialoghi fitti come delle mitragliate. Come limite, invece, ho visto una certa superficialità nell'insieme e nel personaggio della moglie, che è poco più di una macchietta.
In generale è uno spaccato acidulo sul matrimonio e l'imprenditoria piccolo-borghesi, ambiti dove sembra regnare l'ipocrisia. Questa è assieme al buonismo – cioè la volontà di sembrare buono e condiscendente con tutti - la malattia del protagonista. Come conseguenza, la sua vita va a catafascio, e le sue tresche con le turiste sono solo penose. Dall'altro canto, gli affari sono basati sulle cambiali, sui sotterfugi, le bugie, i raggiri, e le tattiche, o meglio i mezzucci. Insomma, c'è una giungla, dentro e fuori il focolare domestico, e ovunque regna il disordine.
Nonostante un certo pessimismo, non siamo ancora in zona cinismo, e c'è spazio per un po' di divertimento senza il vetriolo. Alberto Sordi, comunque, è al meglio.
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