Regia di Nanni Loy, Gianni Puccini vedi scheda film
“Io che sono uscito vivo dalla guerra d’Albania, ho piegato il capo davanti a tua sorella.” Alberto Sordi alla moglie Aurora Bautista in una scena del film.
Il marito Italia/Spagna 1957 la trama: Lo sposino ed imprenditore edile Alberto Mariani deve affrontare la gelosia della moglie Elena Bonfanti violoncellista ed avere a che fare con una suocera ed una cognata invadenti oltre ogni umana sopportazione. La moglie inoltre si mette in mezzo ai suoi affari. Il suo nuovo importante progetto lavorativo trova la dura opposizione delle tre donne che lo contrastano, però Alberto questa volta non vuole cedere alle pressioni e non sente ragioni di sorta. La moglie però simula un attacco di appendicite e si fa ricoverare all’ospedale e lui così perde l’affare, per vivere infelice e scontento, la vita coniugale diventa così la sua prigione. La recensione: Film diretto a sei mani da Nanni Loy, Gianni Puccini e non accreditato lo spagnolo Fernando Palacios, con una brillante sceneggiatura infarcita di brillanti e caustici dialoghi di Alberto Sordi, Gianni Puccini, Nanni Loy, Ruggero Maccari ed il fedelissimo Rodolfo Sonego. la bellissima scenografia merito di Flavio Mogherini in seguito regista di grande successo commerciale, con il merito di avere lanciato nel cinema Renato Pozzetto, fino ad allora noto cabarettista televisivo di successo insieme a
Cochi, film di grande successo commerciale: Per amare Ofelia (1974), Paolo Barca, maestro elementare, praticamente nudista (1975), Culastrisce nobile veneziano (1976). Alberto Sordi è il mattatore assoluto di questo film, reduce dal successo nel 1955 de “Lo scapolo” di Antonio Pietrangeli. Una prova magistrale a tutto tondo con la sua mimica facciale unica e rara si diverte e ci diverte con la rappresentazione di Alberto Mariani, il film è allegro e scoppiettante ed induce alla facile risata. Non è sicuramente uno dei film imperdibili del nostro attore, ma si lascia vedere ed è molto divertente vedere Sordi vittima della famiglia di sua moglie la brava e bella attrice spagnola Aurora Bautista da ricordare in una buona prova anche in “La bambola di Satana” del 1969 diretto da Ferruccio Casapinta. Film pieno di battute e situazioni comiche, quasi uno slapstick all’italiana, brillante e godibile. Si rendono perfettamente “le gioie del matrimonio”. Un ménage familiare agrodolce tratteggiato in modo realistico, ma anche umoristico. La misoginia è trattata e caratterizzata da Alberto Sordi con grande intelligenza ed acuta introspezione psicologica. Uno spaccato feroce del primo dopoguerra italiano, un attimo prima degli anni sessanta del boom economico. Un film che ancora oggi regge nel suo linguaggio moderno ed avanti nel tempo, tanto da sembrare contemporaneo, perché le difficoltà matrimoniali sono sempre le stesse di allora, nulla è cambiato. Meravigliosa e da ricordare la scena con la rinuncia di Sordi ad andare con gli amici a vedere allo stadio il derby Roma-Lazio, vissuto con un orecchio alla radiolina, per seguire la radiocronaca e lo sguardo annoiato nel seguire un concerto di violoncello casalingo della moglie più amiche, scena assolutamente cult e spassosa. Consiglio la visione di questo film che non è un capo d’opera, ma si lascia vedere e gustare in un bn di raro pregio visivo. Voto 7 Interpreti e personaggi Alberto Sordi: Alberto Mariani Aurora Bautista: Elena Luigi Tosi: Ernesto Finardi Alberto De Amicis: Aurelio Santini José Marco Davó: commendator Rinaldi Carlo Ninchi: monsignore Marcello Giorda: onorevole Tocci Pino Patti: colonnello Rosita Pisano: Sofia Mariani Delia Luna: Ida Laly Blanch: madre di Elena Mario Passante: commendatore Javier Dasti: dottor Battistoni Ramsay Ames: la contessa vedova Ciccio Barbi: un conoscente di Alberto alla spiaggi
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta