Regia di Renato Giordano vedi scheda film
Se non ci avessero avvisati che la storia di Luigi è una storia vera, avremmo subito pensato a una trama anacronistica e messo al bando una sfilza di luoghi comuni. In un piccolo centro del Sud (Benevento), il ragazzino protagonista (un convincente Carloalberto Verusio) non solo subisce abusi da parte di un depravato, ma li deve sopportare dentro le mura della propria casa, grazie alla complicità di sua madre, donna sola con problemi economici. Non è perfetta l’opera prima di Renato Giordano, al contrario. È un racconto talmente lineare da sembrare didascalico. Pieno di inesperienza narrativa e registica, di incertezze recitative. Ha in aggiunta due anime e a un certo punto cambia rotta, correndo il rischio di sembrare un altro film. Luigi, ormai grande, è a Roma, dentro una vita segnata dal trauma, dichiarato omosessuale ora vive allo sbando. Speriamo che siano solo in pochi a cadere in banali semplificazioni, perché la vicenda, nel complesso, è di quelle amarissime. Storia realmente accaduta, dunque, che ha il diritto di essere raccontata, tra pedofilia e degrado socioculturale. Non può dirsi esemplare, questo è certo, ma è pur sempre una denuncia, di fronte alla quale viene da chiudere più di un occhio.
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