Regia di Óscar Sánchez vedi scheda film
Non fatevi ingannare dal titolo. Il toscanaccio è almeno un paio di gradini sopra la media delle commedie indipendenti toscane e soprattutto è pieno di idee, qualcuna anche sconclusionata, ma che vengono fuori a raffica, senza interruzioni. Matteo è un ragazzo che si deve ancora laureare, è abile nel vendere biciclette rubate a studentesse straniere e nel frattempo inizia a scrivere un film. Si tratta di una rivisitazione del mito di Don Giovanni, più volte dichiaratamente citato, nata dalla collaborazione tra Oscar Sánchez e Matteo Marconi. Il protagonista è una sua reincarnazione. Seduce e consuma, arriva dai tetti, non cammina ma è come se saltellasse in continuazione. Ci si trova davanti a un’operazione corale (sono presenti circa 260 attori di cui 214 aretini) con personaggi che interpretano se stessi ma vengono guardati alla stessa maniera delle maschere della commedia dell’arte. Inoltre le immagini di Matteo e Yvonne vicini e inquadrati dall’alto somigliano a certe commedie sentimentali statunitensi. Il toscanaccio cerca di superare i suoi confini geografici e, pur con i suoi difetti, ci riesce in pieno. Per questo merita più attenzione, anche a livello di distribuzione nazionale.
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