Regia di Bruno Dumont vedi scheda film
Una ragazza viene espulsa da un convento per il suo fanatismo cristiano; torna così a vivere a Parigi dal padre, Ministro del Governo francese. Lasciata a sé stessa, la giovane fa amicizia con dei coetanei musulmani, finendo in un giro di terroristi bombaroli.
Se la morale di questo film, il quinto di Bruno Dumont, riguarda tutti i fanatismi religiosi e – si presume – vorrebbe stigmatizzare questo tipo di gravi deviazioni mentali, forse il lavoro del regista e sceneggiatore non è effettivamente andato del tutto a segno. Perché in Hadewijch l’eccesso di zelo cristiano si tramuta in santità e l’eccesso di zelo musulmano in terrorismo: la protagonista martirizza sé stessa nella scelta di privarsi di svaghi, di relazioni, persino di cibo; e sopravvive. Nel frattempo i musulmani, che godono invece all’impazzata dei piaceri più dissoluti, un bel giorno decidono di farsi esplodere e in nome del loro Dio trascinano all’inferno una moltitudine di innocenti. Da questa pellicola esce una visione distorta e ripugnante delle differenze fra religioni, accomunate solamente – purtroppo – da una certa tendenza a farne delle leggi insormontabili e delle ragioni di vita. Ma l’integralismo è sbagliato in qualsiasi religione e in qualsiasi disciplina, punto e basta: un chiaro messaggio in questo senso, all’interno di Hadewijch, non c’è e, anzi, l’ultima mezzora del film è davvero pasticciata e confusionaria sul piano della narrazione. C’è un (presumibile) spostamento dell’azione in medio oriente, senza spiegazioni concrete, senza chiarimenti; c’è un attentato terroristico a cui la protagonista pare partecipare (ma sopravvive: è forse una santa? O il seguito della storia è solo un sogno?); c’è la connessione, l’incontro – dopo essersi appena sfiorati all’inizio del film – da parte dei due presunti protagonisti, che finisce in una bolla di sapone, senza che nulla accada. Mistero. Come spesso accade, Dumont dice meno di ciò che occorre e in questa occasione il risultato non è intrigante come altrove; Hadewijch rimane comunque un’opera diretta con buona mano (l’inquietante scena del bacio-non-bacio fra Celine e Yassine), al netto dei limiti rilevati. Positivo l’apporto del cast, da Julie Sokolowski a Yassine Salime, per arrivare a David Dawaele che sarà protagonista del successivo lavoro del regista, Hors Satan (2011). 4,5/10.
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