Regia di Sofia Coppola vedi scheda film
Se è un film che vuole mostrare un vuoto, allora va anche bene, altrimenti bisognerebbe chiedere alla giovin Sofia se non abbia ancora imparato che non basta chiamarsi Coppola di cognome per fare un bel film: non bastava chiamarsi Francis, figuriamoci se può bastare esserne la figlia. Non che le manchi il mestiere né l'esperienza o l'aiuto paterno, ma serve anche un'idea di cinema e una sceneggiatura degna di quel nome. Né basta una fuggevole critica al sistema televisivo italiano, squallidamente e provincialmente emulatorio rispetto a quello americano, per potersi parlare di cinema realistico o di impegno "sociale". Al più, siamo nell'ambito della critica di costume, che tuttavia riguarda la punta della punta della punta dell'iceberg, poiché verte sulle tristi ed infelici assenze nella vita di un uomo che ha tutto, dalle ragazze che gli si buttano ai piedi fino alla Ferrari d'ordinanza. Che poi questo sia il mondo che la Coppolina ha conosciuto fin da quando era in fasce, ci interessa fino ad un certo punto.
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