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Somewhere

Regia di Sofia Coppola vedi scheda film

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Questo testo contiene anticipazioni sulla trama.

La recensione su Somewhere

di laulilla
4 stelle

Incredibile - ma vero - Leone d'oro a Venezia nel 2010

Da qualche parte (Somewhere) Johnny (Stephen Dorff), il nostro eroe, potrà trovare la pace dei sensi, agitati e turbati oltre misura dalle ballerine di lap dance che si esibiscono ammiccanti solo per lui o dalle donne che gli si infilano nel letto senza troppi complimenti o da quelle che lo insidiano stazionando in permanenza davanti alla porta della camera d’albergo che lo ospita, o da quelle che lo tentano scoprendosi il seno non appena lo vedono apparire al balcone.

Chi sarà mai questo signore così concupito? E’, innanzitutto, il protagonista di Somewhere, il film di Sofia Coppola che ha trionfato a Venezia nel 2010.

 

Johnny è un uomo senza qualità, per sua stessa ammissione, non riconoscendosi alcun merito di studio e neppure qualche particolare talento per il successo raggiunto come divo del cinema, che lo imprigiona nella dorata gabbia dell’infernale ingranaggio dello Star System.
Questo sistema lo ha sottratto agli affetti familiari, ma gli ha offerto, nell’ordine:
– una Ferrari che gli piace, ma che non gli serve;
– un telegatto che farebbe orrore a qualsiasi essere pensante e raziocinante, anche per la cornice kitsch entro la quale gli viene assegnato: vi si aggirano ricche signore senza età, ingioiellate vistosamente, insieme a un uomo panciuto con inverosimile smoking dai rossi revers;
– alberghi di prestigio che spaziano dallo storico Chateau Marmont di Los Angeles, al pacchiano hotel milanese con piscina solo per lui, annessa alla suite che egli occupa.

 

La figlioletta, di cui inaspettatamente dovrà occuparsi per qualche giorno, potrebbe essere per lui l’occasione di una rinascita, di una vita profondamente diversa, con la sua grazia innocente e la sua pulizia morale, ammesso che inaspettatamente egli ritrovi la volontà e la forza per uscire dal torpore mediatico che gli ottunde una chiara e limpida coscienza dello stato di ebetudine ben retribuita in cui si trova.

 

 

 

 

Che dire? Certamente Johnny, nonostante i soldi e il successo, piange, non è felice e si annoia tanto.

Non risulta, però, che molti spettatori del film abbiano provato per lui empatica compassione o una qualunque forma di simpatia.


Che delusione!
Sofia Coppola, sembrava promettere di meglio: la sua precedente storia d’attore Lost in translation, lasciava intravedere una certa capacità di raccontare i personaggi dello Star System umanamente meno antipatici di questo Johnny nella loro solitudine malinconica!

 

È capitato anche ai grandi registi di sbagliare un film; i film sbagliati non dovrebbero ricevere a Venezia il Leone d’oro. ma anche questo è capitato più volte e continua a capitare…

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