Regia di Phillip Noyce vedi scheda film
Diciamolo subito: "Salt" di Philip Noyce non è certo un gran film ma un action dignitoso, quello sì. Del resto, questo regista australiano ci aveva abituato a ben di peggio; fatta eccezione giusto per "Ore 10.00: Calma piatta" ed "Il collezionista di ossa", dove figurava la stessa Jolie, il resto della sua filmografia è quantomeno trascurabile, adattamenti da Clancy compresi. In questo suo ultimo lungometraggio, vuoi per il richiamo della sua protagonista, vuoi per il soggetto semplice ed immediato firmato Kurt Wimmer (quello di "Equilibrium"), si riescono a salvare diverse sequenze nella parte centrale che magari non travolgono ma intrattengono quanto basta per arrivare in fondo alla visione. La vicenda narrata è piuttosto semplice: negli States vivono spie russe dormienti in attesa di colpire il colosso americano dritto nelle sue istituzioni. Cosa succederebbe se una di queste fosse niente meno che un' agente della CIA iper-addestrata? Il resto è un susseguirsi di fughe a perdifiato, esecuzioni ed attentati con una Jolie coinvolta più fisicamente che emotivamente in versione bionda-remissiva prima e bruna-letale poi. Bruttino l'incipit e prevedibile il finale aperto ma la parte migliore di "Salt" sta nel mezzo, nell'azione senza fronzoli della prima fuga a piedi, nella sequenza dell'attentato in chiesa, in quella dell'evasione in macchina e nella della resa dei conti con i propri compagni sul barcone abbandonato. Niente di che, i difetti sono molti, le ingenuità in fase di sceneggiatura pure ma il ritmo è discreto ed un paio di primi piani ad effetto della Jolie aiutano a sorvolare. Ci sono anche Liev Schreiber e Chiwetel Ejiofor ma il loro apporto è come quello di Robert Elswit alla fotografia e Stuart Baird al montaggio: subordinato alla protagonista, strettamente funzionale al genere e nulla più.
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