Regia di Phillip Noyce vedi scheda film
Il film ha ricevuto in Italia un sacco di stroncature e qualche sufficienza. Eppure a me è piaciuto, pur condividendo buona parte dei difetti che gli sono stati addebitati. Si tratta di un action davvero adrenalinico e scatenato. Ma dove tutta l'azione parossistica non si trasforma mai in grottesco demenziale, non è uno di quegli action dove esplosioni e sparatorie sono talmente sopra le righe e surreali da sconfinare nella caricatura di un genere. No. Qua nessuna ombra di ironia. Questo è un action dominato da un'aura cupa e drammatica. In altri termini, è un film fatto per essere preso sul serio. Nulla di male in questo, anche perchè poi quando un action vuole essere brillante per forza si rischia di sortire una pagliacciata tipo il recente "Innocenti bugie" con Tom Cruise. Ma a questo punto si pone un problema. Se un action sceglie di utilizzare il registro della cupezza e del dramma, deve però essere all'altezza di uno spettacolo "serio" e credibile. E questo sotto ogni punto di vista: sceneggiatura, attori, regia. Vediamo allora se questo film possiede detti requisiti. Gli elementi dell'action-thriller puro sono presenti al completo. Inseguimenti mozzafiato, funambolismi al cardiopalma, fughe rocambolesche. Il tutto messo in scena con estrema perizia da un regista navigatissimo quale è Phillip Noyce. Lo spettatore non ha il tempo materiale di distrarsi, dato che sullo schermo accade sempre qualcosa, per tutti i 100 minuti della durata, c'è sempre azione e i dialoghi (peraltro discreti) sono piuttosto ridotti. Tecnicamente le scene acrobatiche e d'azione sono realizzate splendidamente, e voci accreditate dicono che la Jolie abbia limitato al massimo l'utilizzo di controfigure. Quanto alla sceneggiatura, qui sorgono i primi dubbi. La vicenda, di base, è chiara: una agente della Cia viene sputtanata (mi si passi il termine) da un prigioniero russo che ne svela l'attività doppiogiochista al servizio dei sovietici, con successiva fuga disperata della donna inseguita dagli agenti americani. Ma fosse così semplice! Il problema è che i due protagonisti (la Jolie e l'agente Cia che la insegue) sembra che facciano apposta a far uscire di testa lo spettatore, visto che di fatto cambiano continuamente la prospettiva con la quale ci vengono mostrati. Senza scendere in dettagli, possiamo dire che fino alla fine non si capisce mai con certezza CHI sta dalla parte di CHI. Ora, posto che questo giochino è efficace nell'intrigare il pubblico, suggestionandolo con la chiave dell'ambiguità, bisogna però anche dire che il rischio è quello di frastornare lo spettatore con tutti questi cambi di casacca. In altri termini, il meccanismo del "niente è ciò che sembra" diventa un pò un esercizio di stile vagamente scontato. A questo aggiungiamo che i flashback ricorrenti (tendenti a delineare un certo sfondo politico-storico) presentano buchi che generano perplessità ulteriori: ma questo ha una spiegazione che va individuata nell'intenzione dei produttori di realizzare eventuali sequel e/o prequel, nei quali -si presume- verranno recuperati i tasselli mancanti. E veniamo ai due elementi più "pesanti" da collocare su una ipotetica bilancia ideale nel giudicare complessivamente l'opera. Da una parte abbiamo il difetto più evidente di tutto il film, che sta a monte, cioè nell'assunto che ai giorni nostri, tra Russia e America sia tuttora in atto la Guerra Fredda, quando anche i bambini sanno che si tratta di materiale che ormai ci siamo lasciati alle spalle, buono tutt'alpiù per una fiction di fantapolitica (e non è questo il caso, trattandosi di action-thriller). Anche se, va detto, le cronache recenti ci hanno riferito della scoperta di spie russe "dormienti" scovate in territorio americano. Ma c'è un secondo aspetto dominante col quale fare i conti. Ed è un argomento talmente potente da neutralizzare ogni discorso critico. Esso porta il nome e cognome di Angelina Jolie. C'è poco da discutere; il film E' lei, che è sempre presente in ogni inquadratura, e il pubblico non ha occhi che per lei. La Jolie sfoggia il consueto carisma pazzesco, è una vera forza della natura. Qui impersona un'eroina indistruttibile; prende un sacco di botte dai coreani, viene anche ferita, la vediamo col volto tumefatto...ma prodigiosamente il suo Corpo Magico ogni volta si rigenera. Ecco il punto: il suo Corpo. Andiamo per un momento oltre la finzione. Superiamo i maquillage, i trucchi e i parrucchi. Angelina vive dentro un Corpo che a volte non pare nemmeno appartenere a questa terra e a questa specie. La seduzione che esso sprigiona ha elementi di soprannaturale. Al di là di una presenza da modella, evidenziata da gambe lunghissime e da labbra sensuali, c'è uno sguardo capace di farsi glaciale, imperscrutabile, del tutto inafferrabile. Inquietante. E' poi perfino superfluo aggiungere che la Jolie non è solo una "vendicatrice solitaria" ma ci ha ampiamente dimostrato con "Changeling" di saper affrontare ruoli difficili in film importanti. Solo che noi suoi estimatori ci saremmo anche un pò stancati di vederla correre, sparare e fare a botte. Per quanto riguarda il resto del cast, segnaliamo il sempre bravissimo Chiwetel Ejiofor e soprattutto l'ottimo Liev Schreiber, quest'ultimo attore sopraffino nonchè cineasta dotato di gusto e intelligenza (come regista ha diretto il meraviglioso "Ogni cosa è illuminata"). Non abbiamo parlato di un capolavoro, ci mancherebbe. Ma (solo) di un action movie girato come si deve e soprattutto con una protagonista assolutamente magnetica.
Voto: 8
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