Regia di Camillo Mastrocinque vedi scheda film
Una contessina è innamorata di un conte, ma questi è un pessimo partito. Per fortuna di entrambi, la donna sposerà invece un onesto avvocato, capace di risolvere anche i guai giudiziari del conte, e non solo.
Pensato come omaggio per il centenario dalla nascita del commediografo Achille Torelli, da un cui testo teatrale il film è tratto, I mariti è un lavoro decisamente figlio del suo tempo, una commediola sentimentale inoffensiva e a basso budget come nel 1941, a secondo conflitto mondiale in corso, era inevitabile girare. Gli unici 'effetti speciali' nell'operazione sono quelli che riguardano il cast artistico, che vede impegnata in prima linea la coppia formata da Amedeo Nazzari e Mariella Lotti, con ruoli anche per Clara Calamai, Irma Gramatica, Tina Lattanzi, Sandro Ruffini, Gero Zambuto (più noto come regista) e Camillo Pilotto; la sceneggiatura è del regista e di Alessandro De Stefani. Camillo Mastrocinque, buon artigiano dedito soprattutto al cinema leggero, era qui ancora relativamente alle prime armi: aveva infatti esordito dietro la macchina da presa solamente quattro anni prima (Regina della Scala, 1937), ma d'altronde, contando sui ritmi incessanti di lavorazione del cinema nostrano in quell'epoca, era già stato capace di sfornare nel frattempo quasi una decina di pellicole. I mariti (sottotitolo: Tempesta d'anime) è indubbiamente un titolo minore all'interno della sua vasta filmografia, per quanto si tratti di un film confezionato con sufficiente perizia e ben recitato; ma la sostanza narrativa è stiracchiata e fin troppo innocua, palesemente orientata al disimpegno e al lieto fine. 3/10.
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