Regia di Mauro Bolognini vedi scheda film
Sono notevoli ed interessanti le sequenze girate a Roma, soprattutto quelle ambientate nelle balere frequentate dai militari in libera uscita. Così come è audace l’idea di far muovere la procace protagonista, con l’intento provocatorio di violarli, in santuari all’epoca (1957) assolutamente riservati ai maschi: gli spogliatoi del campo di calcio, la caserma, addirittura lo stesso campo da gioco. Al di là di questi elementi, purtroppo, non si notano molte differenze rispetto ai filmetti del cosiddetto neorealismo rosa, cui rimanda esplicitamente la presenza di Marisa Allasio (addirittura eroina eponima del film) e di Renato Salvatori, con qualche punta di fastidio per la schiera di maschi infoiati, di diverse età (perfino un capostazione), che ruotano intorno alla protagonista. Protagonista che, per caratteristiche fisiche e biografiche, si stenta a credere che possa essere una diciassettenne. L’inevitabile lieto fine, è fortunatamente reso dinamico da un bel colpo di coda di Bolognini. Il risultato è tuttavia insoddisfacente: il neorealismo è finito, la commedia all’italiana non è ancora sbocciata, e per il momento ci si affida alle maggiorate fisiche.
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