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Nowhere Boy

Regia di Sam Taylor Wood vedi scheda film

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La recensione su Nowhere Boy

di Stuntman Miglio
6 stelle

A me son sempre piaciuti gli Stones, c'è poco da fare. Ciononostante riconosco il genio dei Beatles e l'indiscutibile carisma ed importanza musicale (e non solo) di John Lennon. E' quindi con profonda curiosità che mi sono avvicinato a questo "Nowhere boy" anche se, allo stesso tempo, riconosco di averlo fatto con un atteggiamento probabilmente errato. Non conoscendo bene le biografie degli scarafaggi, mi aspettavo maggiori riferimenti alla formazione di una band a suo modo rivoluzionaria, un maggior trasporto nella ricostruzione del fermento musicale di quegli anni (i '50 del grande rock and roll) ed invece mi trovo ad assistere alla travagliata crescita di un giovane ribelle alle prese con uno status familiare quantomeno singolare. Senza padre, cresciuto da un'inflessibile ed austera zia, refrattario allo studio ed all'autorità, ulteriormente scombussolato dal tardo incontro con una madre libertina e psicologicamente instabile che accenderà in lui la passione per la musica del diavolo. La critica sostiene che il pregio fondamentale del film di Sam Taylor Wood stia proprio nell'aggirare il mito costruito dal quartetto di Liverpool mettendo in scena nient'altro che una vicenda di umana sofferenza e rinascita. Scelta ammirevole ma non necessariamente quella giusta. A mio avviso, quello che ne esce fuori è un onesto racconto di formazione, tanto convenzionale quanto eccezionale il suo protagonista, con una ricostruzione d'epoca semplicemente funzionale ed un impatto emotivo di discreta portata anche se un tantino velato di sensazionalismo. Impreziosito, ed è questa la sua marcia in più, da piccoli grandi dettagli e rimandi come la presenza di mother sui titoli di coda, l' accenno ai The Quarrymen con le prime esibizioni di quelli che poi sarebbero diventate vere e proprie icone generazionali come i vari Elvis e Jerry Lee Lewis che si sentono in colonna sonora. Ispirato dagli scritti della sorellastra di Lennon, "Nowhere boy", anziché azzardare e sorprendere, punta sul cavallo sicuro della famiglia disfunzionale ma a Sam Taylor Wood va riconosciuto perlomeno il fatto di averla fatta passare come una scelta autoriale. Tolta la non rassomiglianza del cast con i personaggi originali, la prova di Aaron Johnson s'archivia senza acuti così come con gran mestiere si registrano quelle di Kristin Scott Thomas e Anne-Marie Duff. Attenzione a Thomas Sangster, il ragazzetto cresce bene e si distingue dalla media. Esattamente come Sir. Paul.

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