Regia di Sam Taylor Wood vedi scheda film
Non si è curata molto della fisiognomica Sam Taylor Wood. Non è di per se un errore (pericolosa scienza la fisiognomica…), ma nella fattispecie il per nulla simil-Lennon Aaron Johnson, alternativamente bullo/sfrontato e lacrimo/piagnone, col suo fare da belloccio e fustaccio impenitente, rende poco a quella che poteva essere la (perlomeno mia) idea di John Lennon, anche prima che fosse un Beatles. Non che gli attori chiamati a impersonare McCartney e Harrison siano da meno (il faccino da alieno di Thomas Brodie Sangster sembra proprio uscito dai fondi di Star Treck), e quindi meglio affidarsi per questo modesto film, nel sognante ambito della sala cinematografica, alle due donne che lo animano, affrancandosi così dal pretestuoso problema della fisiognomica (non essendo troppo note le fattezze di mamma Julia e di zia Mimi) e potendosi invece complimentare senza riserva alcuna con le due signore Anne Marie Duff e soprattutto la sempre monumentale Kristin Scott Thomas.
In un ambito tutto rock’n’roll (pregevole la citazione di un grande mai valutato abbastanza come Screamin Jay Hawkins, che spezza per un attimo l’ipnotica venerazione di Presley di quegli anni), il film scorre piuttosto scontato e in maniera non troppo entusiasmante, col simil-Lennon estraneo alla musica per i primi 45 minuti e in preda a vaghi ricordi onirici in attesa che la poco ben costruita scena madre delle rivelazioni fatali (meno male le due signore a salvare la baracca….) non spieghi, a lui e a noi, come un semplice gesto estemporaneo di una donna scandalizzata dai comportamenti di sua sorella abbia potuto permettere che di lì a poco il Rock’n’Roll non sarebbe stato mai più lo stesso di prima, risparmiandoci così un anonimo chitarrista neo zelandese nato per caso a Livepool. Film decoroso, ma non indimenticabile, piuttosto anonimo e da vedere giusto perché “chiedi chi erano i Beatles”.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta