Regia di Nicolas Winding Refn vedi scheda film
Un passo indietro rispetto al precedente. Stilisticamente simile, evidenzia lacune sotto il profilo della storia, pressochè tratteggiata, e del ritmo, lento e balbettante. Il regista sa muovere con mestiere la macchina da presa e imprime alla pellicola uno sguardo crudo e iperrealista. Il pregio di Winding Refn è proprio il fascino del girato. Allucinato e incapace d'intendere, un buon Mikkelsen si aggira per ambienti torbidi, degradati e infernali come una marionetta in balia di droga, alcol e assoluta mancanza di morale. L'ambiente, le circostanze, l'assenza di riferimenti positivi marchiano indelebilmente animo e mente di Tonny, protagonista di vicende terrificanti, tra delinquenza, violenza e tossicodipendenza. Qualche sprazzo di luce in un finale di istintiva propensione al riscatto, forse inconsciamente simbolico.
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