Regia di Emiliano Dante vedi scheda film
Loro, quella maledetta notte, sono stati seppelliti dalle macerie con cui il terremoto ha inondato L’Aquila, insieme alle case e alle vite umane e alla routine cittadina. La quale, necessariamente, si è dovuta trasferire all’interno della tendopoli, zona franca a metà tra riserva indiana e spazio (ri)creativo, attrazione turistica se vista dal di fuori e gabbia asfissiante dal di dentro. Emiliano Dante, lui stesso sfollato, prova con questa docufiction (presentata al Torino Film Festival) a raccontare i dodici mesi consumati all’interno del campo, mostrandone i tempi, irrimediabilmente monotoni. E gli umori, inevitabilmente altalenanti. Si può ancora parlare di senso del privato? Dante se lo chiede attraverso alcuni ragazzi (Valentina, Paolo, Elisabetta, Stefano e Alessio) per cui la sistemazione nel campo di Collemaggio altro non è se non il sinonimo della condizione di precarietà esistenziale sperimentata da chi è giovane oggi. I cinque ce la mostrano “interpretando” se stessi, descrivendone lo sforzo d’adattamento necessario e rassicurandoci – loro – sul fatto che, almeno una spolverata d’ironia, il terremoto non se l’è portata via.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta