Regia di Sean Byrne vedi scheda film
Il cinema horror australiano è, forse, poco noto, ma quello che arriva, ogni tanto, dall'altro emisfero è spesso notevole. Senza scomodare per forza "Picnic At Hanging Rock", il capolavoro di Peter Weir, 1975, basta ricordare lo sconvolgente "Wolf Creek" del 2005. Nel 2009 esce questo film d'esordio di Sean Byrne e, ancora una volta, è un bersaglio riuscito. Una ragazza respinta al ballo di fine anno innesca un "torture porn" d'efferata cattiveria, con lo sfortunato protagonista al centro di una danza macabra, a tratti insostenibile, dove la famiglia, totalmente disfunzionale, è artefice di un girotondo di trapani, martelli, incesti velati e lobotomie fatte in casa. Attorno si muovono sottotrame piuttosto inutili e riempitive, a dire il vero, ma che comunque aiutano il film ad arrivare all'ora e mezza canonica. "Wolf Creek" era altra cosa, un film che non riuscirò più a vedere per la seconda volta, ma siamo comunque a livelli molto buoni. La colonna sonora, poi, è splendida e fa specie sentire la brava Kasey Chambers, country singer australiana, cantare sopra scene non propriamente consone al tenore delle sue canzoni. C'è anche un brano di Pete Molinari e dell'ottimo punk rock. Scelte intelligenti, per un regista che evidentemente non è un cretino. Film solido, disturbante e cattivo. L'Australia raramente delude.
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