Regia di Ivano De Matteo vedi scheda film
Coppia progressista borghese con casa di villeggiatura vicino al lago di Bolsena. Lei, psicologa, assiste donne maltrattate e decide di “salvare” una giovanissima prostituta ucraina, accolta in casa. Ma la presenza della ragazza, vittima di meccanismi sociali e culturali che le sono estranei, fa saltare il placido equilibrio della famiglia come un tappo. La bella gente, realizzato nel 2009, viene distribuito in Italia solo a distanza di sei anni, dopo essere invece uscito per tempo in Francia, con successo relativo. Questo nonostante il contributo del ministero (italiano) sia sottolineato nei titoli di testa, e pure di coda. Punto di partenza programmatico caro a Ivano De Matteo e alla sua sceneggiatrice storica Valentina Ferlan: prendi una coppia politicamente corretta e dimostra come sia in verità peggiore, o comunque non migliore, dei “qualunquisti” altri (qui gli amici Iaia Forte e Giorgio Gobbi). Rispetto a I nostri ragazzi, però, il copione di La bella gente è meno ricattatorio e schematico, mentre la regia regala soluzioni sofisticate (come i cambi del punto di vista, o le soggettive dentro/fuori casa) piuttosto interessanti. Molto bella la scena finale dell’addio di Nadja alla stazione, giocata su quel che potrebbe accadere fuori campo. Di Matteo dovrebbe comunque erigere un monumento ai protagonisti Monica Guerritore e Antonio Catania, davvero perfetti, capaci di rendere sempre credibili due personaggi altrimenti a rischio prevedibilità.
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