Regia di George Cukor vedi scheda film
Greta Garbo nella sua breve carriera hollywoodiana ebbe poche volte l'occasione di lavorare con grandi registi, e uno di questi fu sicuramente George Cukor, maestro del melo e della commedia sofisticata che la diresse in una delle sue più acclamate interpretazioni in "Margherita Gautier". È una trasposizione fedele del romanzo "La signora delle camelie" di Alexandre Dumas figlio, realizzata con mezzi abbastanza larghi e una puntuale ricostruzione della Francia della metà dell'Ottocento. Nella sceneggiatura si sente il tocco e la sensibilità femminile delle sceneggiatrici Zoe Akins e Frances Marion, che conferiscono alla vicenda della cortigiana di lusso tentata dall'amore uno spessore e una risonanza adatte alla sua epoca. La Garbo riesce a dominare lo schermo brillando di luce propria, è toccante nelle scene chiave del confronto con monsieur Duval e della separazione da Armando, nonché nel tragico finale, senza mai eccedere e trasmettendo costantemente la dignità del personaggio. Al suo fianco, Robert Taylor ne esce inevitabilmente un po' sminuito, ma offre comunque una buona prestazione, insieme a bravi caratteristi fra cui spicca soprattutto Lionel Barrymore, il padre di Armando che chiede a Margherita di dimostrare la sua bontà d'animo nella rinuncia al figlio. La bravura di Cukor si vede anche e soprattutto nella cura con cui sono tratteggiate le figure minori come Nannina, l'anziana governante che prova un sincero affetto per Margherita. È un classico del melo uscito da una Hollywood che sapeva ancora confezionare film popolari di qualità, che si rivedono con piacere a tanti anni di distanza. La Garbo avrebbe meritato l'Oscar, che le fu ingiustamente negato.
Voto 8/10
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