Regia di Pietro Marcello vedi scheda film
Ci sono i caruggi di Genova, con le loro prostitute, i loro drop outs, i loro avanzi di galera. Ci sono le citazioni con voce over di Gaspare Ivrea, alias Remigio Zena, e il suo romanzo La bocca del lupo. Ci sono i filmini amatoriali che raffigurano una città industriale in espansione, all'inizio del novecento, c'è la rievocazione della partenza dei Mille "per fare l'Italia". E c'è Enzo (Motta), siciliano che ritorna a casa dopo aver trascorso gran parte della vita in galera. Ad aspettarlo c'è Mary (Monaco), transessuale conosciuta in carcere, alla cui testimonianza è affidata gran parte del film. Il quale non è un documentario vero e proprio e neppure un film di finzione. Docu-fiction, si direbbe oggi, che a Torino ha vinto il TFF 2009, e che per un'ora assembla immagini con criteri anodini, con piglio volutamente autarchico e minoritario, al punto da rendere davvero troppo opaco il racconto della città (cosa cambierebbe se il film fosse stato girato a Battipaglia?) in relazione alla vicenda umana del protagonista. Personalissima e spiazzante, l'opera del napoletano Pietro Marcello sembra più andare alla ricerca di una cifra autoriale che tentare di dare senso compiuto al film.
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