Regia di Pietro Marcello vedi scheda film
Dai, è un capolavoro. Se vi interessa ancora il cinema, andate a vedere questo film. Annullata definitivamente la distinzione fra doc e fiction, esaltato all'ennesima potenza espressiva il mezzo cinematografico tradizionale (senza barbatrucchi, 3D, digitale etc..), ribadito il valore dell'immagine poeticamente manipolata come filtro per comprendere passato e presente di un luogo, consacrata ed estremizzata la figura dell'outsider (qui un galeotto e un trans) come chiave per raggiungere un'alterità di sguardo sul reale. Struggente, variegato, allucinato, oscilla fra l'iperrealismo e l'impressionismo, con rimandi a Wenders e Cassavetes e almeno un momento di puro surrealismo: un barista ascolta benevolo i battibecchi dei clienti ciocchi e si mette a ballare con loro. Ripeto: il cinema come arte, ricerca, sperimentazione, poesia, quello che si faceva ai tempi del muto, esiste ancora. Grazie Pietro Marcello.
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