Regia di Sebastián Silva vedi scheda film
Certo sotto-titolo e manifesto fanno un discorso diverso, da quello che il film rappresenta, anche se il sotto titolo bisognerebbe tradurlo per avere il vero significato della parola che è Tata; il manifesto poi si riferisce a delle scene ed in particolare ad una in cui la protagonista indossa la maschera e ne rimane scherzosamente impaurita davanti allo specchio. Il film si riferisce ad un rapporto strettamente familiare, che la donna ha con la famiglia, lei vive in stretta familiarizzazione, venendo considerata, e lei stessa disposta ad un rapporto unico, che la fa uscire dalla vita stessa e dal suo ego personale. Il film ha un tono non drammatico, ma di leggero disturbo a cui la protagonista si presta, facendo terra bruciata verso un eventuale aiuto, a cui dovrebbe essere disposta. La scorza di cui si è avvolta la donna è per una protezione naturale contro il mondo, non avendo veri affetti, ma solo presunti, e la scoperta, attraverso un personaggio che interverrà dopo, di una vita in cui il calore umano esiste, e le fa scoprire i vantaggi che abbiamo occupandosi anche di noi stessi. Ripeto, il valore del film consiste proprio nel non cadere nel drammatico, tipico di un argomento come questo, ma scivolare tranquillo in un'atmosfera di ripicche e piccole cattiverie quotidiane, con divertimento ed ironia, ed una volta tanto diciamo che il titolo italiano calza a pennello, magari eliminando il sotto-titolo. Il film ha la sua arma forte nella protagonista che oltre al volto, ha una recitazione interiorizzata che si fonde perfettamente con il clima che il regista propone.
Una storia di quotidianetà vera
Ottima regia e sceneggiatura che sfrutta un argomento altrimenti reso al cinema.
Davvero efficace sia con il volto che l'interpretazione
La capo famiglia dolce e comprensiva
La Lucy, un nome davvero esemplificatico del suo personaggio
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