Regia di Jirí Trnka vedi scheda film
Trnka sa bene cosa voglia dire essere manovrato da qualcuno molto più potente di un semplice artista. La Repubblica Ceca, tanto a lungo conquistata, è costretta a sottostare a differenti stati, (persino l'industria cinematografica è costretta a nazionalizzarsi a quella sovietica) e l'animatore ceco vuole mostrare con questo ultimo lascito come egli critichi e odi quella pesante "mano" che prende ed usa l'arte a suo piacimento. Stritolandola e distruggendola.
Con dei semplici pupazzi si crea una meravigliosa atmosfera, le animazioni è vero sono semplici e non raggiungono i livelli di dettaglio a cui eravamo abituati dalle grandi produzioni, ma i facili movimenti, anche fossero un leggero piegamento della testa dello scultore, protagonista della storia, fa intuire immediatamente i pensieri di questo tragico personaggio, senza che esso proferisca una parola. Un livello di maestria che pochi altri possono vantare, che in alcuni passaggi, grazie alla naturalità ed elementarità che li compongono, riescono a risultare ben più commoventi e inquietanti di molte altre opere ad alto budget.
La storia è eccellente. La dittatura viene presentata in pochi fotogrammi per cosa è realmente. Messaggi di propaganda televisivi e giornalistici (la scena della televisione è un vero gioiello). Da segnare tutti i passaggi che portano al lento deperimento di un'artista, che sogna per sé stesso ben altro che quello di essere un semplice burattino nella "mano" di chi comanda. Non a caso, i fili di questa marionetta appariranno solo dopo il suo arrendersi ad un estraneo che con la violenza e le velate minacce lo costringe a diventare un guscio vuoto. Premi, onori e riconoscimenti non significano nulla per un artista in gabbia, che non può professare la libera arte. La tentata fuga da questa società distopica a nulla serve, se non alla morte. Una morte terribile, atroce, che lascia incompiuto un lavoro ben più bello di sculture a scopo propagandistico.
Un cortometraggio capolavoro dell'animazione ceca, che cattura qualunque spettatore in tutti i suoi minuti di avanzata verso quella fine così drammatica. Sonoro un po' datato, ma che non toglie nulla a questa meravigliosa condanna a quei potenti che censurano, manipolano o incatenano ciò che vi è più di bello al mondo. Quell'arte che deve e dovrà essere sempre libera.
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